Archivio attualità 2020

22/12/2020

Buon Natale e felice anno nuovo

17/12/2020

In Ticino percepito un terremoto verificatosi vicino a Milano

Giovedì 17 dicembre 2020 alle 16:59 (ora locale) si è verificato un terremoto di magnitudo 3.9 a circa 5 km nord-ovest dal centro di Milano (I) ad una profondità di circa 55 km. Un terremoto di questa portata a questa distanza di regola non dovrebbe causare danni in Svizzera.

A causa della profondità piuttosto grande, le scosse si sono sentite chiaramente in tutto il Ticino. Il Servizio sismologico svizzero del Politecnico di Zurigo ha ricevuto circa 140 segnalazioni nei primi 30 minuti dopo il terremoto.

Negli ultimi 20 anni non si sono registrati terremoti di magnitudo 3 o superiori nell'area metropolitana di Milano, malgrado i terremoti sotto la pianura Padana non siano rari e terremoti così profondi siano già avvenuti in passato.

11/12/2020

Il programma federale in materia di mitigazione dei sismi festeggia il suo 20º anniversario

Esattamente 20 anni fa il Consiglio federale ha emanato il programma federale in materia di mitigazione dei sismi in considerazione del fatto che i terremoti, nonostante il loro enorme potenziale di danno, vengono spesso sottovalutati in Svizzera. Sotto la direzione della Centrale per la coordinazione della mitigazione dei sismi della Confederazione con sede presso l’Ufficio federale dell’ambiente, da allora il programma viene costantemente aggiornato e attuato nel campo di competenza della Confederazione. Nella sua veste di istituto della Confederazione competente in materia di terremoti, il Servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo ha fornito un contributo determinante alla costituzione di un sistema di gestione del rischio sismico integrale in Svizzera.

Un elemento chiave della gestione del rischio, attuato nei 20 anni passati proprio grazie a questo programma, è rappresentato dall’espansione e dall’ammodernamento della rete sismica nazionale. Oggi quest’ultima è formata da oltre 200 stazioni di misurazione sismiche e permette di registrare in tempo reale l’attività sismica in Svizzera e nei paesi limitrofi. Ciò non solo contribuisce a informare rapidamente le autorità, la popolazione e i media in caso di terremoto, ma permette anche di valutare sempre meglio la pericolosità sismica. I modelli di pericolosità sismica costantemente aggiornati e adeguati al livello tecnologico e scientifico contribuiscono in modo determinante a migliorare la prevenzione sismica in Svizzera.

La Confederazione ha intenzione di consolidare ulteriormente la mitigazione dei sismi: nella sua seduta dell’11 dicembre 2020, il Consiglio federale ha quindi deliberato il programma federale dal 2021 al 2024. Nei prossimi quattro anni dovranno essere intensificate, tra le altre cose, la pianificazione preventiva in caso di terremoto e l’assicurazione della qualità in materia di costruzioni antisismiche. Attualmente, un ampio bagaglio di conoscenze sulla pericolosità sismica in Svizzera è disponibile e accessibile al pubblico. Tuttavia, sussiste ancora una grande confusione sui rischi finanziari e personali da mettere in conto in caso di terremoto perché gli effetti del sottosuolo locale ma anche la vulnerabilità degli edifici non sono ancora sufficientemente noti né disponibili per tutto il territorio nazionale. Per questo motivo, in collaborazione con l’Ufficio federale dell’ambiente e l’Ufficio federale della protezione della popolazione il SED sta sviluppando un modello di rischio sismico per la Svizzera che verrà pubblicato nel 2022. In futuro questo modello servirà alla Confederazione e ai Cantoni per ottenere una rapida panoramica sui possibili danni in caso di terremoto. Sulla base della valutazione costantemente aggiornata della pericolosità sismica, tale modello considererà gli effetti esercitati dal sottosuolo locale così come la vulnerabilità e il valore di edifici e infrastrutture. Inoltre, il modello di rischio sismico potrà essere usato anche da aziende private, come ad es. compagnie d’assicurazione, per migliorare le loro stime e i loro servizi.

Per saperne di più:

03/12/2020

[Disponibile in DE] Neuer CAS Kurs

Bis am Sonntag, 20. Dezember 2020, können sich Interessierte für den Kurs «Erdbebensicherheit im integralen Naturgefahrenmanagement» anmelden. Dieser Kurs ist Teil des «CAS ETH in Angewandten Erdwissenschaften» (Certificate of Advanced Studies), kann aber auch als Einzelkurs besucht werden.

Kursdaten: 08. und 09. sowie 11. und 12. Februar 2021, online (Zoom)

Die Teilnehmenden erhalten einen Überblick, wie die Disziplinen Seismologie, Geologie und Erdbebeningenieurwesen bei der Bewertung der seismischen Gefährdung und Schadensminderung durch erdbebensicheres Bauen ineinandergreifen. Verschiedene Methoden zur Standortcharakterisierung sowie die zur erdbebensicheren Projektierung und Überprüfung von Bauwerken notwendigen Eingabedaten und Richtlinien werden im Kurs beleuchtet. Die Teilnehmenden lernen, den Umgang mit der Erdbebengefährdung im Rahmen des integralen Naturgefahrenmanagements einzustufen und setzen sich mit der Problematik erdbebeninduzierter Naturereignisse auseinander.

Die Kurse der Modulgruppe Geo-Risiken werden in Zusammenarbeit mit dem Schweizerischen Erdbebendienst organisiert und durchgeführt.

Weiterführende Informationen:

[Disponibile in DE] Neuer CAS Kurs

10/11/2020

[Disponibile in DE, FR] Erneutes weiträumig verspürtes Erdbeben bei Elm (GL)

Am Dienstag, dem 10. November 2020 hat sich um 13:53 Uhr (Lokalzeit) südwestlich von Elm, in einer geringen Tiefe von ungefähr 1 km, ein Erdbeben der Magnitude 3.9 ereignet.

Die Erschütterungen waren vorwiegend im Sernftal, in Elm, in Schwanden und bis nach Glarus gut zu spüren. Auch in weiterer Entfernung, sogar bis nach Schaffhausen, haben Personen das Beben noch wahrgenommen.

Kurz nach dem Beben sind beim Erdbebendienst etwa 190 Meldungen aus der Bevölkerung eingegangen. Schäden sind bei diesem Beben nicht zu erwarten, der SED hat auch keine entsprechenden Berichte erhalten.

Dieses Ereignis ist das bisher zweitgrösste Beben in der Erdbebensequenz die bereits im Frühjahr und im Oktober dieses Jahres spürbare Beben produzierte. Das heutige Beben wurde im westlichen Teil der Sequenz lokalisiert (dunkleres Rechteck im Bild). Das letzte weiträumig verspürte Erdbeben dieser Sequenz mit Magnitude 4.4 erschütterte am 25. Oktober 2020 die Region Glarus (siehe Aktuellbeiträge vom 25. und 27.10.2020). Seit diesem Beben hat der Schweizer Erdbebendienst an der ETH Zürich 194 weitere Erdbeben in dieser Sequenz registriert. Ungefähr 10 dieser Beben erreichten eine Magnitude über 2.5 und wurden von der Bevölkerung in den umliegenden Gemeinden oft deutlich wahrgenommen.

31/10/2020

[Disponibile in DE] Erdbeben in der östlichen Ägäis

Am 30. Oktober hat sich um 11:51 (UTC) (12:51 Schweizer Zeit) ein Erdbeben der Magnitude 7.0 bei der griechischen Insel Samos vor der westtürkischen Küste ereignet. Das Epizentrum lag rund 65 km süd-südwestlich von der Stadt Izmir mit rund 2.5 Mio. Einwohnern und rund 15 km nördlich von der Stadt Néon Karlovasion auf Samos, in einer Tiefe von etwa 12 km. Das Beben ereignete sich auf einer West-Ost ausgerichteten Störung als Abschiebung (normal faulting). Nach bisherigen Auswertungen ist die Bruchfläche ca. 40 km lang und erstreckt sich über 20 km Tiefe in der Erdkruste.

Das Ereignis war eines der grössten instrumentell aufgezeichneten Erdbeben in der östlichen Ägäis. Das bisher grösste instrumentell gemessene Erdbeben in der Region mit einer Magnitude von 7.7 ereignete sich im Jahr 1956 bei Santorin, etwa 200 km südlich des gestrigen Bebens.

Durch das Aufeinanderteffen der Afrikanischen Platte mit der Eurasischen Platte ist die östliche Mittelmeerregion grundsätzlich eine seismisch sehr aktive Zone, wo starke Erdbeben keine Seltenheit sind. Die Region des gestrigen Bebens ist dabei von Nord-Süd gerichteter Extension geprägt, was mit dem Mechanismus des Bebens gut übereinstimmt.

Laut Medienberichten sind durch die Erschütterungen dutzende Häuser eingestürzt und bisher sind mindestens zwei Dutzend Tote und mehr als 800 Verletzte bekannt. Aufgrund des Bebens wurde eine Tsunamiwarnung ausgelöst, und wie Videoaufnahmen zeigen, haben kleinere Tsunamis die küstennahen Gebiete von Izmir und an anderen Orten der türkischen Küste wie auch auf Samos getroffen.

[Disponibile in DE] Erdbeben in der östlichen Ägäis

27/10/2020

[Disponibile in DE / FR] La séquence de séismes de Glaris à nouveau active

Le dimanche soir 25 octobre 2020, une séquence de tremblements de terre qui avait déjà provoqué des séismes notables au printemps de cette année dans le Sernftal (au sud-ouest d'Elm, GL) s’est réactivée. La secousse la plus forte jusqu’ici, d'une magnitude de 4.4, s'est produite dans la soirée de dimanche à 20:35. Elle a été clairement ressentie dans toute la Suisse orientale. Le Service sismologique suisse de l'ETH de Zurich (SED) a ensuite enregistré de nombreuses répliques, dont certaines ont également été ressenties. La plus forte de ces répliques s'est produite à 20:43 et a atteint une magnitude de 3.6.

Le graphique ci-dessus montre l'évolution de l'activité sismique depuis la réactivation le 25 octobre au soir jusqu'au 26 octobre à 2 heures du matin. La figure contient des séismes qui ont déjà pu être localisés manuellement (indiqués en rouge), certaines de ces répliques ayant été également ressenties localement. En outre, plusieurs centaines de très petits événements sont affichés (en bleu), qui ont été identifiés par une comparaison systématique des sismogrammes à l'aide d'une méthode dite de "template-matching". Les sismogrammes de ces petites secousses montrent des caractéristiques similaires à celles des événements plus forts enregistrés de manière standard et peuvent donc être ainsi repérées assez facilement. Ces très petits événements montrent comme l'activité des répliques a diminué lentement mais régulièrement après le choc principal.

Comme mentionné dans l'introduction, les tremblements de terre de la nuit 25 au 26 octobre se sont produits dans le cadre d'une séquence de séismes connue, déjà active au printemps 2020. Le séisme le plus fort de cette première phase, avec une magnitude de 3.1, a eu lieu le 26 mai 2020. En raison de cette séquence, le SED avait temporairement densifié son réseau de surveillance dans la région d'Elm, ce dont bénéficie l’interprétation de la série actuelle de séismes. Nous sommes en train d'installer une autre station dans la région. Les séismes se produisent le long d'une zone de faille presque verticale, orientée approximativement d'est en ouest. Cette faille est probablement aussi responsable de la "séquence Steinibach" qui s'est produite en 1987. Selon les connaissances actuelles, la faille se situe probablement dans la zone de transition entre le socle cristallin du massif de l'Aar et les couches de la couverture sédimentaire, à une profondeur d'environ 1 à 2 kilomètres.

De telles séquences - c'est-à-dire des accumulations temporelles de séismes dans une zone définie - sont régulièrement observées en Suisse. Il n'est pas rare non plus qu’elles soient actives par phases, des phases qui sont séparées par des périodes plus calmes. En règle générale, le nombre et l'intensité des tremblements de terre diminuent avec le temps, mais dans de rares cas, un séisme majeur peut se produire en cours de séquence. La région d'Elm présente une sismicité moyenne en comparaison nationale ; elle est située dans la zone sismique 2 des normes de construction parasismique de la SIA, qui ont été récemment mises à jour.

Immédiatement après la secousse principale, notre site web a signalé pendant une courte période un tremblement de terre d'une magnitude de 2.7 à Gelterkinden (BL). Il s'agit d'une erreur de localisation due aux nombreuses répliques de la séquence d’Elm qui se sont partiellement chevauchées. La première localisation automatique du séisme et le message correspondant sont disponibles dans un délai d'une minute après la secousse. Dans de rares cas, il est possible que les évaluations automatiques soient erronées. C'est la raison pour laquelle tous les localisations des séismes sont ensuite vérifiées et affinées manuellement par des sismologues ou corrigées si nécessaire. En règle générale, cela se fait dans l'heure qui suit un tremblement de terre.

Directement après le séisme de magnitude 4.4, nos serveurs web ont reçu un nombre extrêmement élevé de demandes, ce qui a entraîné à court terme une surcharge du site. Dès qu'un tremblement de terre est ressenti, le nombre de consultations monte en flèche ; dans la minute qui a suivi le séisme de magnitude 4.4, le nombre de consultations a déjà grimpé à 80’000. Les services sismologiques du monde entier sont confrontés à ces pics de trafic soudains, et nous nous efforçons constamment d'accroître la capacité de nos infrastructures afin d'éviter autant que possible de telles surcharges. Les informations sur les tremblements de terre actuels peuvent être trouvées non seulement sur notre site web mais aussi à tout moment sur notre canal Twitter (@seismoCH_I@seismoCH_F), sur l'application MétéoSuisse et sur pericoli-naturali.ch / dangers-naturels.ch.

25/10/2020

[Disponibile in DE / FR] Plusieurs tremblements de terre ressentis près d'Elm (GL)

Plusieurs tremblements de terre, dont certains clairement perceptibles par la population, se sont produits près d'Elm (GL), le dimanche 25 octobre 2020. La plus forte secousse, avec une magnitude de 4.4 sur l'échelle de Richter, a secoué la Suisse orientale à 20:35. Le séisme s'est produit relativement près de la surface, à une profondeur de quelques kilomètres seulement. Le Service sismologique suisse (SED) de l'ETH Zurich a reçu plus d'une centaine de témoignages de ressenti dans l’heure qui a suivi le tremblement de terre. Pour un séisme de cette magnitude, des dégâts mineurs sont possibles à proximité de l’épicentre. Toutefois, le SED n'a jusqu’ici pas reçu de tels témoignages.

L’activité sismique a continué en fin de soirée de dimanche, avec de nouveaux tremblements de terre dont certains ont été ressentis par la population. De telles répliques se produisent généralement après un séisme important. Habituellement, la fréquence et la force de ces répliques diminuent avec le temps. D'autres tremblements de terre d'une magnitude similaire ou même supérieure à celle du plus fort séisme à ce jour sont peu probables, mais ne peuvent être exclus. En Suisse, des tremblements de terre d'une magnitude de 4 ou plus se produisent en moyenne une fois tous les un à deux ans. Le dernier tremblement de terre d'une magnitude comparable dans cette région s'est produit le 6 mars 2017 à Urnerboden.

[Disponibile in DE / FR] Plusieurs tremblements de terre ressentis près d'Elm (GL)

24/09/2020

Norme antisismiche aggiornate

Gli edifici costruiti secondo i criteri antisismici offrono la migliore protezione contro gli effetti di un terremoto. In Svizzera, gli edifici che rispondono a questi criteri vengono definiti dalla norma 261 «Azioni sulle strutture portanti» della Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA). Recentemente è entrata in vigore una versione rivista di questa norma che tiene conto dei nuovi dati del modello di pericolosità sismica aggiornato nel 2015 dal Servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo. Le modifiche più importanti riguardano la mappa delle zone sismiche, così come gli spettri di risposta per le diverse classi dei terreni di fondazione. Per poter proteggere meglio gli edifici con funzioni infrastrutturali vitali (classe d’opera III, ad es. ospedali per cure acute), sono stati inoltre aumentati leggermente i fattori di sicurezza necessari per dimostrare la sicurezza strutturale e l’idoneità all’impiego di questi edifici.

La mappa delle zone sismiche suddivide la Svizzera, sulla base della mappa di pericolosità sismica più dettagliata, in cinque regioni nelle quali i requisiti posti a una costruzione secondo i criteri antisismici sono differenti. Da oggi essa è divisa in cinque diverse zone, cioè una in più di prima. Inoltre, sono stati corretti i confini zonali, adeguandoli alle nuove conoscenze derivanti dal nuovo modello di pericolosità sismica.

Gli ingegneri utilizzano gli spettri di risposta per stabilire come costruire gli edifici sui vari sottosuoli (per le norme suddivisi in classi dei terreni di fondazione). Dagli spettri di risposta fanno derivare le misure necessarie per costruire sul sottosuolo geologico del relativo sito un edificio che risponda alle norme vigenti. La correzione degli spettri di risposta nella nuova norma si basa su un’analisi approfondita delle registrazioni dei terremoti presso numerose stazioni sismiche, combinata con misure geofisiche che hanno rilevato le proprietà locali del sottosuolo nei siti di queste stazioni. Nella norma si è tenuto conto del fatto che i sedimenti soffici non coesivi amplificano le onde sismiche. Di conseguenza, gli edifici situati in queste zone devono essere configurati per resistere a movimenti più energici del terreno.

In Svizzera, controllare il rispetto della normativa edilizia è compito dei Cantoni. Determinate leggi edilizie cantonali pretendono espressamente il rispetto delle norme SIA vigenti oppure impongono condizioni antisismiche nell’ambito della procedura per la licenza di costruzione. In altri Cantoni l’attuazione non è regolata esplicitamente a livello legale e non viene neanche controllata. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente, i costi supplementari per la costruzione di un nuovo manufatto secondo criteri antisismici considerati sin dall’inizio nella progettazione ammontano al massimo all’1% dei costi totali.

Per saperne di più

Edilizia antisismica

Pericolosità sismica Svizzera

Norma SIA 261

Norme antisismiche aggiornate

20/08/2020

Nuova veste per il portale dedicato ai pericoli naturali, che mira a mantenere la Svizzera sempre informata

I terremoti non sono l’unico pericolo naturale da tenere seriamente in considerazione in Svizzera. Dal punto di vista topografico e geografico, il Paese si colloca infatti in una posizione soggetta a numerosi e gravi pericoli naturali. Quando una tempesta si abbatte sulla Svizzera, un bosco brucia o una valanga si stacca da un pendio, la popolazione deve essere tempestivamente informata. Anche le allerte relative ai terremoti devono raggiungere i cittadini nel più breve tempo possibile. La responsabilità di queste comunicazioni spetta ai servizi specializzati pericoli naturali della Confederazione che, sull’apposito portale www.pericoli-naturali.ch, mettono a disposizione informazioni aggiornate sui pericoli naturali. I servizi specializzati hanno ora aggiornato il portale, che oggi si presenta in una nuova veste con alcune modifiche e migliorie.

La Svizzera viene spesso colpita da eventi naturali che possono mettere in pericolo vite umane e infrastrutture. Affinché in queste situazioni di crisi la popolazione possa essere adeguatamente informata, allertata e protetta, i servizi specializzati pericoli naturali della Confederazione hanno unito le loro forze. Oltre a trasmettere avvertimenti in caso di tempeste di vento, forti piogge e nevicate, strade sdrucciolevoli, gelo, canicola, temporali, incendio di boschi, piene, valanghe, diramano allerte sui terremoti attuali.

Per poter raggiungere il massimo numero di persone in caso di evento naturale e fornire loro informazioni uniformi, i servizi specializzati gestiscono congiuntamente il portale dedicato ai pericoli naturali. Attraverso questo sito web – così come mediante l’app di MeteoSvizzera – vengono pubblicate tutte le allerte e le segnalazioni relative ai pericoli naturali. La popolazione dispone così di informazioni affidabili e consolidate sull’attuale situazione dei pericoli e degli eventi naturali.

Dopo una rielaborazione del look, il portale dedicato ai pericoli naturali si presenta ora con alcune modifiche a livello di rappresentazione dei pericoli e visualizzazione dei consigli di comportamento. Ad es. i corsi d’acqua e i laghi di interesse nazionale sono adesso colorati in base allo stato di allerta e quindi meglio visibili. La rappresentazione del pericolo di incendio di boschi avviene ora lungo i confini del Cantone. E i pittogrammi relativi ai principali consigli di comportamento li rendono più facilmente comprensibili.

Grazie a queste modifiche, i servizi specializzati pericoli naturali della Confederazione sono convinti che la popolazione svizzera riuscirà a trovare in modo ancora più facile le principali informazioni prima o durante un evento naturale, nonché a capirle meglio.

Su mandato ufficiale della Confederazione, l’Ufficio federale dell’ambiente UFAM, l’Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera, il WSL Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF, il Servizio Sismico Svizzero SED con sede all’ETH di Zurigo così come l’Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP informano e allertano la popolazione, i mezzi di comunicazione e le autorità in caso di pericoli naturali imminenti. In situazioni critiche, i servizi specializzati pericoli naturali collaborano a stretto contatto tra di loro, coordinano le proprie previsioni e allerte e redigono insieme i bollettini dei pericoli naturali e i comunicati stampa.

Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo www.pericoli-naturali.ch.

Questo testo è stato adattato con gentile autorizzazione da un articolo del blog di MeteoSvizzera.

Nuova veste per il portale dedicato ai pericoli naturali, che mira a mantenere la Svizzera sempre informata

13/08/2020

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben bei Zermatt

Am Mittwoch, dem 12. August 2020, hat sich um 23:15 Uhr Ortszeit ca. 3 km westlich von Zermatt (VS), in einer geringen Tiefe von ungefähr 3 km, ein Erdbeben der Magnitude 3.0 ereignet.

Die Erschütterung war fast ausschliesslich im nahen Epizentralgebiet, also vor allem in Zermatt selbst, gut zu spüren. Die am Schweizerischen Erdbebendienst der ETH Zürich eingegangenen Meldungen berichten von einer kurzen, nicht besonders angsteinflössenden Vibration. Bei einem Erdbeben dieser Stärke sind in der Regel keine Schäden zu erwarten.

Das Wallis ist das Gebiet der Schweiz mit der stärksten Erdbebengefährdung, im Wallis selbst gehören Saastal und Mattertal aber nicht zu den exponiertesten Zonen. Das letzte verspürte Beben im Gebiet ereignete sich am 21.7.2018 10 km östlich von Zermatt. Es hatte eine Magnitude von 2.6.

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben bei Zermatt

11/07/2020

Sisma tra Locarno e Bellinzona

Sabato 11 luglio 2020, un sisma si è verificato a nord del Piano di Magadino tra Locarno e Bellinzona alle 13:53 (ora locale) con una magnitudo di 2.9 e una profondità di circa 14 km.

Il terremoto è stato ampiamente avvertito, in particolare a Bellinzona e a Giubiaso. Nell’ora successiva al sisma, il SED ha ricevuto oltre 80 segnalazioni di rilevamento. Nessun danno è atteso da un terremoto di questa forza.

Sebbene meno attivo del Vallese, anche in Ticino possono verificarsi occasionalmente terremoti. L’ultimo sisma avvertito nella regione è stato il 1 maggio 2010 con una magnitudo di 2.6 vicino a Lodrino.

Sisma tra Locarno e Bellinzona

28/05/2020

[Disponibile in DE / FR] Weiterhin aktive Erdbebensequenz im Glarnerland

Seit Dienstag, dem 26. Mai 2020, ist im Sernftal (westlich von Elm GL) eine Erdbebensequenz aktiv. Sie begann um 07:50 Uhr Ortszeit mit einem Beben der Magnitude 3.1 (siehe vorangegangener Beitrag). Seitdem und bis am Mittag des 28. Mai 2020 konnten mit dem Messnetz des Schweizerischen Erdbebendienstes an der ETH Zürich (SED) 13 weitere Beben mit hoher Qualität lokalisiert werden. Die beiden stärksten Beben hatten Magnituden von 2.9 und 2.8 und wurden jeweils am Mittwoch, um 02:55 Uhr und 09:11 Uhr, nahe beim Epizentrum schwach verspürt.

Die Grafik oben zeigt, wie sich die Bebenaktivität über die Zeit entwickelt hat. Die Abbildung umfasst einerseits die 22 lokalisierten Beben (rot umrandet; darunter neun Beben geringerer Lokalisierungsqualität, die nicht im Erdbebenkatalog erscheinen). Anderseits sind weitere, sehr kleine Ereignisse abgebildet. Diese konnten nachträglich durch einen systematischen Vergleich der Wellenformen ermittelt werden; jene der kleinen Beben weisen ähnliche Muster auf wie die der standardmässig aufgezeichneten. Die dazu angewendete Methode des «template-matching» wird derzeit am SED erforscht und weiterentwickelt. Sie ermöglicht, solche Sequenzen noch besser zu verstehen.

In vorherigen Beitrag wurde bereits auf die Nähe zum Urnerboden Erdbebenschwarm von 2017 hingewiesen. In etwas kleinerer Entfernung ereignete sich 10 km westlich der aktuellen Beben am 17. März 2001 ein Beben der Magnitude 3.8 bei Linthal (GL). Im Gebiet der aktuellen Sequenz registrierte der SED bereits im Sommer 1987 eine ähnliche Erdbebenserie von damals 34 Erdbeben, die über einen Monat dauerte. Das stärkste Beben hatte eine Magnitude von 2.4. Eine Relativlokalisierung der Erdbeben zueinander zeigte, dass sie alle entlang einer fast senkrechten Störung auftraten, die Ost-West orientiert ist. Die Bewegung ist dabei dextral: Das heisst, dass egal auf welcher Seite der Verwerfung man sich befindet, die gegenüberliegende Seite sich nach rechts bewegt.

Erste vorläufige Untersuchungen der bisher aufgezeichneten Beben scheinen die fast gleiche Verwerfungsgeometrie für die jetzige Sequenz zu zeigen. Das deutet darauf hin, dass aktuell das selbe Verwerfungssystem wie 1987 reaktiviert wurde. In diesem Teil der Alpen sind aus der Oberflächengeologie sowohl solche Ost-West streichende Störungen bekannt, wie auch Nord-Süd streichende. Wie schon in der Sequenz von 1987 deuten vorläufige Analysen darauf hin, dass die aktuellen Beben relativ oberflächennah auftreten. Mit einer Tiefe von ca. 2 km liegen sie wahrscheinlich im Kontaktbereich zwischen Sedimentüberdeckung und kristallinem Grundgebirge. Aufgrund bestehender Unsicherheiten in der Tiefenbestimmung ist eine genauere Einschränkung derzeit noch nicht möglich.

Obwohl sich die seismische Aktivität in den letzten 24 Stunden verringert hat, ist es schwierig, eine Prognose über die Erdbebenaktivität in den nächsten Tagen und Wochen zu machen. Solche Schwärme können erfahrungsgemäss sehr unterschiedlich verlaufen. Es ist aber immer noch möglich – wenn auch wenig wahrscheinlich – dass weitere, noch stärkere Beben auftreten werden. Allgemein kann daran erinnert werden, dass grössere Erdbeben mit einer Magnitude von 6 oder mehr zwar selten sind, in der Schweiz aber überall und jederzeit auftreten können. Im Durchschnitt ist in der Schweiz alle 50 bis 150 Jahre mit einem Erdbeben mit einer Magnitude von etwa 6 zu rechnen.

19/05/2020

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben bei Sion

Am Dienstag, den 19. Mai 2020, ereignete sich um 08:10 Uhr Ortszeit ein Erdbeben der Magnitude 2.1 im Rhonetal, östlich von Sion (VS). Die Tiefe des Bebens lag in ungefähr 6 km. Trotz seiner relativ geringen Magnitude wurde das flache Erdbeben von zahlreichen Personen verspürt: Innerhalb von rund zwei Stunden nach dem Beben gingen beim Schweizerischen Erdbebendiest rund 80 Verspürtmeldungen ein, die meisten davon in Sion selbst und alle in einem Umkreis von nur 10 km. Das Rhonetal ist eine Region mit einer der grössten Erdbebengefährdungen in der Schweiz.

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben bei Sion

07/04/2020

[Disponibile in DE / FR] Geothermieprojekt Haute-Sorne – Kanton erwägt Genehmigung zu widerrufen

In der jurassischen Gemeinde Haute-Sorne war vorgesehen, ein petrothermales Tiefengeothermieprojekt zur Stromerzeugung zu errichten. Die Frage nach dem mit dem Projekt verbundenen seismischen Risiko wurde vom Kanton erneut aufgeworfen, nachdem sich im November 2017 nahe der südkoreanisches Stadt Pohang ein Erdbeben mit einer Magnitude von 5.5 ereignet hat (siehe Aktuellbeitrag vom 24.05.2019 für eine Übersicht). Auslöser des Bebens war ein petrothermales Tiefengeothermieprojekt in unmittelbarer Nähe. Die Geo-Energie Suisse AG (GES), welche das Projekt in Haute-Sorne plant und betreiben möchte, wurde daraufhin von Kanton Jura aufgefordert, ihre Risikobeurteilung im Lichte der Erkenntnisse aus Südkorea neu zu bewerten. Anschliessend erhielt der Schweizerische Erdbebendienst (SED) an der ETH Zürich vom Kanton das Mandat, die aktualisierte Risikobeurteilung der GES zu prüfen.

Am 6. April 2020 hat der Kanton Jura den Bericht des SED veröffentlicht und seinen Entscheid für das weitere Vorgehen bekannt gegeben: Er erwägt, die Genehmigung für das Tiefengeothermieprojekt in Haute-Sorne zurückzuziehen. Alle Informationen sind auf folgender Seite publiziert: https://www.jura.ch/CHA/SIC/Centre-medias/Communiques-2020/Le-Gouvernement-envisage-de-revoquer-l-arrete-d-approbation-du-plan-special-cantonal-Projet-pilote-de-geothermie-profonde-a-Ha.html#

[Disponibile in DE / FR] Geothermieprojekt Haute-Sorne – Kanton erwägt Genehmigung zu widerrufen

24/02/2020

La sismicità di Marte

Quindici mesi dopo l’atterraggio di successo della missione NASA InSight su Marte, le prime analisi scientifiche dei ricercatori del PF di Zurigo e dei loro collaboratori rivelano che il pianeta è sismicamente attivo. I dati registrati permettono di raggiungere l’obiettivo principale della missione InSight: conoscere meglio l’interno di Marte.

Il 26 novembre 2018, il modulo di atterraggio della missione NASA InSight è atterrato su Marte, nella regione Elysium Planitia. Dopo 70 giorni marziani, il sismometro SEIS della missione ha iniziato a registrare le vibrazioni del pianeta. L’elettronica di controllo di SEIS è stata progettata dal team di ricercatori e ingegneri del PF di Zurigo guidato dal Professor Domenico Giardini, che ora è responsabile del servizio Scosse su Marte. Non appena sono arrivati i primi dati, il servizio Scosse su Marte – gestito da ricercatori del Servizio Sismico Svizzero con sede all’ETH di Zurigo in collaborazione con il gruppo di sismologia e geodinamica e con altri colleghi internazionali – si è messo al lavoro, analizzando e interpretando i dati in arrivo giorno per giorno. Tuttavia, a causa delle limitazioni di trasmissione, solo una parte dei dati viene inviata automaticamente sulla Terra. Non appena individua delle caratteristiche distintive, il team del servizio Scosse su Marte richiede i dati completi per il periodo di interesse e li controlla immediatamente. Ora la rivista Nature Geoscience ha pubblicato una serie di articoli sui risultati della missione nei primi mesi di operazioni su Marte.

Come riportato in questi articoli, alla fine di settembre 2019 InSight aveva già registrato 174 eventi. Le misurazioni proseguono: sinora sono stati registrati oltre 450 martemoti (un evento al giorno in media), ancora non analizzati in dettaglio. I dati consentono ai ricercatori di osservare in che modo le onde sismiche attraversano il pianeta, svelando le caratteristiche del suo interno, proprio come una TAC fornisce informazioni sul corpo del paziente. Prima dell’atterraggio di InSight, erano stati sviluppati diversi modelli possibili per rappresentare la struttura interna del pianeta rosso. Già dopo alcuni mesi, i martemoti registrati consentono di migliorare la comprensione della struttura del pianeta e ridurre le incertezze.

Gli eventi sismici su Marte sono simili a quelli che si verificano sulla Terra, ma generalmente di magnitudo inferiore. I 174 martemoti registrati possono essere suddivisi in due categorie: una comprende 24 eventi di bassa frequenza e magnitudo fra 3 e 4, come documentato negli articoli, con onde che si propagano attraverso il mantello di Marte. La seconda comprende 150 eventi di magnitudo inferiore, con ipocentro più superficiale e onde di alta frequenza intrappolate nella crosta del pianeta. “I martemoti presentano caratteristiche simili a quelle osservate sulla Luna durante le missioni Apollo, con segnali di lunga durata (10-20 minuti) dovuta alle proprietà di scattering della crosta marziana”, spiega il Prof. Giardini. In generale, comunque – aggiunge – interpretare i martemoti è molto difficile, e spesso è possibile individuare solo la distanza, ma non la direzione di provenienza delle onde sismiche.

InSight apre una nuova era per la sismologia planetaria. Le prestazioni del sismometro SEIS sinora hanno ampiamente superato le aspettative, considerando le condizioni avverse sul pianeta, con escursioni termiche giornaliere da -80 a 0 °C e forti variazioni del vento. Durante il giorno, il vento scuote fortemente il modulo di atterraggio e la strumentazione di InSight, causando alti livelli di vibrazioni ambientale. Quando invece il vento cala al tramonto, è possibile registrare i dati sismici più indisturbati mai raccolti nel sistema solare. Di conseguenza, la maggior parte degli eventi sismici registrati da SEIS sono avvenuti durante le tranquille ore notturne. A causa delle condizioni ambientali ostili, è necessario distinguere accuratamente tra eventi sismici e segnali originati dai movimenti del modulo di atterraggio, da altri strumenti o da perturbazioni atmosferiche.

Le percussioni dello strumento HP3 (un altro esperimento di InSight) e il passaggio ravvicinato di turbini d’aria (mulinelli di polvere), registrati da SEIS, consentono di tracciare le proprietà fisiche degli strati meno profondi del suolo, appena sotto la stazione. Ora sappiamo che il veicolo si è posato su uno strato sottile di sabbia profondo solo pochi metri, al centro di un antico cratere meteoritico largo 20 metri. A profondità maggiori, la crosta di Marte presenta caratteristiche paragonabili a quelle dei massicci rocciosi cristallini terrestri, ma sembra maggiormente fratturata. La propagazione delle onde sismiche suggerisce che il mantello superiore abbia caratteristiche di attenuazione maggiori rispetto a quello inferiore.

InSight si trova in una regione piuttosto tranquilla di Marte, visto che sinora non sono stati registrati eventi sismici nelle sue vicinanze. I tre sismi più forti sono stati localizzati nella regione delle Cerberus Fossae, a circa 1500 km di distanza. Si tratta di una fossa tettonica causata dal peso dell’Elysium Mons, il più grande vulcano nell’area dell’Elysium Planitia. Ciò fornisce una solida prova del fatto che l’attività sismica su Marte non è conseguenza solo del raffreddamento e quindi della contrazione del pianeta, ma è indotta anche da sollecitazioni tettoniche. L’energia sismica totale rilasciata su Marte si colloca per entità tra quella della Terra e quella della Luna.

In maniera complementare ad altre misurazioni eseguite da InSight, SEIS ha fornito dati preziosi per capire meglio i processi meteorologici del pianeta. La sensibilità dello strumento ai venti e alla pressione atmosferica, ha consentito di identificare fenomeni meteorologici caratteristici di Marte, inclusi i numerosi mulinelli di polvere che passano vicino al veicolo ogni pomeriggio.

Nature Geoscience ha pubblicato di recente una serie di articoli con maggiori dettagli sull’analisi sismica e le ulteriori scoperte della missione InSight, consultabili qui: The seismicity of Mars, Crustal and time-varying magnetic fields at the InSight landing site on Mars, The atmosphere of Mars as observed by InSight, Initial results from the InSight mission on Mars

Maggiori informazioni sulla missione NASA InSight: https://mars.nasa.gov/insight/ e sul ruolo del PF di Zurigo riguardo alla stazione InSight: www.insight.ethz.ch

La sismicità di Marte

25/01/2020

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben im Turtmanntal (VS)

Am Samstag, den 25. Januar 2020, ereignete sich um 20:13 Uhr (Ortszeit) ein Erdbeben der Magnitude 3.0 in einer Tiefe von ca. 4 km unterhalb des Turmanntals (VS) zwischen dem Val d’Anniviers und dem Mattertal.

Das Erdbeben wurde weiträumig verspürt, insbesondere im Rhonetal und Mattertal. Beim SED gingen in der Stunde nach dem Beben über 100 Verspürtmeldungen ein. Bei einem Erdbeben dieser Stärke sind keine Schäden zu erwarten.

Kurz zuvor, um 20:07 (Ortszeit), ereignete sich westlich von Realp (UR) ein Beben mit einer Magnitude von 2.4 bei einer Tiefe von rund 9 km, welches jedoch kaum verspürt wurde. Zwischen diesen beiden Beben gibt es keinen direkten Zusammenhang.

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben im Turtmanntal (VS)

24/07/2020

La pandemia di COVID-19 riduce il rumore sismico nel mondo

Una ricerca pubblicata di recente sulla rivista Science ha evidenziato che le misure di confinamento adottate per contrastare la diffusione del COVID-19 hanno ridotto del 50% il rumore sismico osservato in tutto il mondo tra l’inizio e la metà del 2020. Anche in Svizzera, i ricercatori del Servizio Sismico Svizzero (SED) presso l’ETH di Zurigo sono stati in grado di identificare questo fenomeno, come annunciato dal SED già in un comunicato dell’aprile 2020. Il SED ha quindi partecipato allo studio internazionale che ha visto la collaborazione di 76 autori di 66 istituti dislocati in 27 diversi Paesi.

Lo studio condotto dal dott. Thomas Lecocq dell’Osservatorio reale del Belgio ha analizzato set di dati di lunghezza compresa tra alcuni mesi e diversi anni, raccolti in oltre 300 stazioni sismiche in tutto il mondo e dimostra come il rumore sismico fosse diminuito in molti Paesi e regioni dall’inizio delle misure restrittive. I ricercatori sono stati in grado di visualizzare una cosiddetta “onda di silenzio”, che si è spostata attraverso la Cina, quindi in Italia e nel resto del mondo. Il lockdown sismico mostra gli effetti delle misure di distanziamento sociale e fisico, la riduzione delle attività economiche e industriali e il sensibile calo del turismo e dei viaggi. Il periodo di riduzione del rumore sismico antropico osservato nel 2020 è il fenomeno di questo tipo più lungo e significativo mai registrato a livello globale.

Normalmente, la sismologia si occupa della misurazione e analisi delle onde sismiche conseguenti ai terremoti. Tuttavia, le vibrazioni ad alta frequenza (“buzz”) dovute all’attività umana contaminano le registrazioni sismiche di origine naturale. Il camminare, lo spostarsi in auto o in treno, come pure le attività industriali pesanti e i lavori edili generano segnali sismici unici nel sottosuolo che influenzano le registrazioni dei fenomeni naturali. Le riduzioni più importanti di questo rumore sismico dovute al confinamento per la pandemia di COVID-19 sono state osservate nelle aree urbane; tuttavia lo studio ne ha rilevato tracce anche su sensori installati centinaia di metri sotto la superficie terrestre e in aree più remote, come l’Africa subsahariana. I ricercatori hanno rilevato anche una forte correlazione tra la riduzione del rumore sismico e i set di dati relativi alla mobilità umana.

In Svizzera, in particolare nelle stazioni che compongono la Rete svizzera Strong Motion (SSMNet), si sono evidenziati effetti simili. Molte stazioni di misurazione sono collocate nelle aree urbane, e hanno quindi registrato una significativa riduzione del rumore in città come Lugano, Martigny, Zurigo, Basilea e Ginevra. Dall’adozione del confinamento sanitario a metà marzo, nelle città sopra citate i livelli di rumore sismico nei giorni lavorativi sono risultati paragonabili a quello del finesettimana prima dell’inizio di tali provvedimenti. Nel frattempo il rumore sismico è praticamente ritornato ai livelli consueti, in Svizzera e in quasi tutti i Paesi analizzati nello studio.

Il periodo di riduzione del rumore sismico osservato durante il 2020 consentirà di individuare nuovi tipi di segnali? Lo studio ha fornito le prime prove del fatto che segnali di terremoti precedentemente nascosti, soprattutto durante le ore diurne, apparivano molto più distintamente sui sensori sismici nelle aree urbane durante il blocco. In Svizzera l’effetto complessivo è un abbassamento della soglia di rilevamento dei terremoti di circa 0,1-0,2 unità di magnitudo in tutto il Paese, che arriva a superare anche 0,3 unità di magnitudo in molte aree urbane.

Il dott. Frédérick Massin, sismologo del SED e uno dei co-autori dello studio, ha dichiarato che i ricercatori sperano che questo lavoro apra la strada ad altre ricerche sul lockdown sismico. Uno degli obiettivi principali sarà individuare segnali di terremoti e vulcani precedentemente nascosti. La crescente urbanizzazione e l’incremento demografico rendono più importante che mai caratterizzare il rumore antropogenico, in modo che i sismologi possano ascoltare meglio la Terra, in particolare nelle città, e monitorare i movimenti del suolo sotto i nostri piedi.

Ulteriori informazioni: https://science.sciencemag.org/content/early/2020/07/22/science.abd2438

23/06/2020

[Disponibile in DE / FR] Séisme ressenti près de Vallorcine (F)

Un séisme de magnitude 3.8 s‘est produit le mardi 23 juin 2020 à 08:25 (heure locale) à une profondeur d’environ 5 km près de Vallorcine (F), à la frontière franco-suisse.

La secousse a été nettement ressentie, surtout dans la vallée du Rhône, de Sion jusqu’au lac Léman.  Plus de 250 témoignages de ressenti nous sont parvenus dans l’heure qui a suivi le séisme. On ne s'attend pas à des dégâts pour un séisme de cette magnitude.

Depuis un séisme de magnitude 4.9 le 8 septembre 2005, la région de Vallorcine a connu de nombreux séismes dont une quinzaine ont été ressentis par la population locale.

[Disponibile in DE / FR] Séisme ressenti près de Vallorcine (F)

26/05/2020

[Disponibile in DE / FR] Beben in den Glarner Alpen

Am Dienstag, dem 26. Mai 2020, hat sich um 07:50 Uhr Ortszeit etwa 3 km westlich von Elm (GL), im Sernftal, in einer Tiefe von ungefähr 4 km ein Erdbeben der Magnitude 3.1 ereignet. Bei einem Erdbeben dieser Stärke sind in der Regel keine Schäden zu erwarten.

Die Erschütterungen wurden in der Nähe des Epizentrums teilweise deutlich wahrgenommen. Am Schweizerischen Erdbebendienst der ETH Zürich gingen aber fast keine Verspürtmeldungen aus Entfernungen über 20 km ein.

In den vergangenen Jahren haben sich in diesem Gebiet vereinzelt spürbare Beben ereignet. Am 6. März 2017 erschütterte ein Beben der Magnitude 4.6 die ganze Innerschweiz. Sein Epizentrum lag aber 15 km weiter westlich, bei Urnerboden. Ebenso wie das heutige Beben ereignete sich auch das Urnerboden Beben in etwa 4 km Tiefe. Erdbeben in diesem Teil der Alpen liegen meistens weniger als 5 km tief, und damit relativ nah an der Oberfläche.

[Disponibile in DE / FR] Beben in den Glarner Alpen

29/04/2020

Le misure per frenare la diffusione di COVID-19 riducono il rumore sismico anche in Svizzera

Le stazioni di misurazione sismiche non registrano solo le onde sismiche, ma anche le scosse causate da altre fonti, i cosiddetti rumori sismici di fondo. Questa costante inquietudine della terra è in parte causata dall’uomo, ad esempio dalla circolazione stradale o dalle attività industriali. Normalmente le attività umane provocano vibrazioni nella crosta terrestre più frequentemente durante il giorno e meno durante la notte o i fine settimana. Ma anche il vento, le onde e le condizioni meteo fanno sì che la terra «tremi» costantemente. Come hanno dimostrato alcuni studi internazionali, dalla diffusione della pandemia di coronavirus l’intensità dei rumori sismici di fondo causati dalle attività umane è diminuita in molte regioni. Le stazioni di misurazione registrano pertanto indirettamente gli effetti del lockdown e della ridotta attività umana ad esso legata. Il Servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo ha constatato questo effetto anche in Svizzera.

Soprattutto presso le stazioni della rete accelerometrica nazionale (SSMNet), che spesso si trovano nelle regioni urbane, in alcuni casi il rumore sismico di fondo è diminuito nettamente, come ad esempio a Martigny, Zurigo, Basilea o Ginevra. Dalla data in cui è stata dichiarata la situazione straordinaria, in queste città i rumori di fondo durante i giorni feriali hanno raggiunto l’intensità di quelli che normalmente si registravano durante i fine settimana prima del lockdown. In aggiunta, dall’inizio del lockdown le notti dal venerdì al sabato e dal sabato alla domenica sono sensibilmente più tranquille del solito: nelle serate dei fine settimana, i valori del rumore sismico sono scesi ai livelli di una normale serata di un giorno feriale in città.

Infatti, di norma il rumore sismico nelle notti dei fine settimana è più alto di quello che si registra nelle notti da lunedì a venerdì. Per le stazioni sismiche della rete a banda larga (SDSNet) situate in campagna o sulle Alpi, invece, il rumore di fondo si è ridotto solo leggermente, perché queste regioni subiscono molto meno gli effetti delle vibrazioni causate dalla circolazione stradale, dai treni e da altre attività umane. A livello locale, tuttavia, i forti venti o altri agenti atmosferici possono causare un aumento del rumore di fondo, come si è verificato ad esempio nella Svizzera nordorientale durante il periodo preso in esame (dal 23 al 29 marzo 2020).

A causa della situazione straordinaria, in Svizzera le stazioni di misurazione sono ora in grado di registrare anche i terremoti più lievi, quelli cioè che in condizioni normali sparirebbero nei rumori di fondo. In alcune regioni della Svizzera il lockdown causato da COVID-19 ha quindi favorito una maggiore sensibilità della sorveglianza sismica. Tuttavia, con 0.1 – 0.2 unità di magnitudo, si tratta di un effetto non troppo grande. Per fare un confronto, in media la sensibilità della sorveglianza sismica durante le ore notturne è di circa 0.5 unità di magnitudo superiore rispetto alle ore diurne di un giorno feriale. Gli ultimi dati mostrano in alcune stazioni che il rumore sismico di fondo è leggermente aumentato negli ultimi giorni. Da questi dati non è però possibile capire se la popolazione sta rispettando o meno il lockdown.

18/03/2020

[Disponibile in DE] Erdbeben bei Vevey

Am Mittwoch, den 18. März 2020, ereignete sich um 02:54 Uhr Ortszeit ein Erdbeben der Magnitude 2.6 rund 10 km östlich von Vevey (VD). Die Tiefe des Bebens lag in ungefähr 9 km.

Das Epizentrum lag in der Gemeinde Montbovon (FR). Zahlreiche Personen in der Region haben das Beben verspürt.

Innerhalb des letzten Jahres gab es in der östlichen Genferseeregion mehrere, meist schwächere Erdbeben. Das stärkste Erdbeben des vergangenen Jahres in dieser Region ereignete sich am 28.05.2019 rund 13 km südwestlich von Vevey mit einer Magnitude von 4.2.

[Disponibile in DE] Erdbeben bei Vevey

17/02/2020

LabQuake porta gli studi di laboratorio sui terremoti al livello successivo

All’inizio di febbraio, il Servizio Sismico Svizzero (SED) presso l’ETH di Zurigo ha ricevuto una consegna davvero speciale: un macchinario da 11 tonnellate dalle dimensioni di 2.4 x 2.5 x 1 m, in grado di generare piccoli terremoti su campioni di roccia grandi quanto il palmo di una mano in condizioni rappresentative della costa terrestre a 4-8 km di profondità. L’apparecchio in questione, denominato LabQuake, è stato installato presso il laboratorio di fisica e meccanica delle rocce (Rock Physics and Mechanics Laboratory) sotto la guida del dottor Claudio Madonna. LabQuake consentirà al SED di approfondire un nuovo indirizzo di ricerca: la sismologia di laboratorio. L’obiettivo è quello di ottenere una migliore comprensione della fisica dei terremoti, per esempio nel quadro dei sismi indotti, scatenati dalle stimolazioni dei sistemi geotermici profondi. Il dottor Paul Selvadurai dirige il gruppo di ricerca in sismologia di laboratorio recentemente creato.

Al fine di sviluppare una migliore comprensione della natura, gli scienziati spesso esaminano problemi complessi in laboratorio; qui infatti sono in grado di controllare l’ambiente, ripetere gli esperimenti e posizionare fitti sistemi di sensori. Grazie a LabQuake i ricercatori potranno generare decine di migliaia di piccolissimi terremoti – si tratta di cosiddetti eventi nanosismici che producono una quantità di energia paragonabile a quella di un insetto che sbatte una volta le ali – su campioni di roccia, osservando come si formano, quali elementi li controllano e per quale motivo cessano. A tal fine LabQuake è equipaggiato con vari sensori che misurano ad alta risoluzione l’evoluzione della nanosismicità, dello sforzo e della pressione interstiziale all’interno del campione di roccia.

Un macchinario unico al mondo

LabQuake espone campioni di roccia delle dimensioni massime di 7.6 cm alle condizioni di funzionamento degli impianti termici di profondità: temperature fino a 170 °C e una pressione di confinamento pari a 170 Mpa, che corrisponde approssimativamente a 1678 atmosfere o a una colonna d’acqua alta 17.3 km. La forza massima che gli scienziati possono applicare sui campioni di roccia equivale al peso di 125 SUV di medie dimensioni (approssimativamente 2500 kN).

Una delle prime applicazioni di LabQuake sarà la ripetizione di esperimenti su campioni di roccia raccolti nei laboratori di ricerca sotterranei. LabQuake integra in maniera ideale gli esperimenti condotti su scala decametrica nel quadro del progetto ISC di stimolazione e circolazione in situ presso il passo del Grimsel (Grimsel In-Situ Stimulation and Circulation Project ISC). Gli scienziati testano ipotesi tratte da questo progetto riproducendole in scala ridotta con LabQuake. In seguito, le nuove scoperte vengono riportate alla scala naturale e applicate nel quadro di esperimenti sul campo condotti presso il laboratorio sotterraneo per le geoenergie di Bedretto (Bedretto Laboratory for Geoenergies). LabQuake colma dunque le lacune fra progetti di scale differenti, contribuendo a migliorarne precisione e performance.

I costi per LabQuake ammontano approssimativamente a 1.2 milioni di franchi svizzeri e sono stati coperti attraverso il fondo per le start-up della cattedra Wiemer, con contributi del programma R’Equip del FNS per l’acquisto di apparecchiature, così come del programma di acquisto apparecchiature dell’ETH e del dipartimento di Scienze della Terra.

Qui è possibile vedere il video in time-lapse della consegna di LabQuake al SED.

LabQuake porta gli studi di laboratorio sui terremoti al livello successivo

14/01/2020

Terremoti in Svizzera nel 2019

Lo scorso anno i terremoti avvertiti in Svizzera e nei paesi limitrofi sono stati il doppio rispetto alla media pluriennale. Dei 1670 terremoti complessivamente registrati circa 50 sono stati segnalati dalla popolazione al Servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo, ogni volta con almeno 5 segnalazioni. La maggior parte delle scosse è da mettere in relazione a cinque sequenze sismiche attive che hanno caratterizzato l’attività sismica nell’anno 2019. Una di queste era localizzata nel Vallese, nell’area compresa tra Anzère e il Colle del Sanetsch. Le altre quattro si sono verificate nelle zone di confine presso Courmayeur (I), Novel (F), Costanza (D) e Chamonix (F).

In Svizzera i terremoti si manifestano spesso sotto forma di sequenze (chiamate anche sciami sismici) caratterizzate da una successione temporale di scosse in un determinato luogo. A essere insolito lo scorso anno è stato il numero di sequenze sismiche molto attive. Dall’inizio del moderno monitoraggio sismico, cioè dagli anni ‘70, non era mai stato registrato un numero così alto di scosse. Di conseguenza, ne sono anche state avvertite più del solito. Le scosse percepibili dall’uomo hanno generalmente una magnitudo di 2.5 o superiore. Una simile successione temporale di scosse percettibili si era verificata l’ultima volta nel 1964, quando presso Sarnen (OW) una sequenza sismica protrattasi per vari mesi con scosse di magnitudo fino a 5.3 aveva fortemente preoccupato la popolazione. Un’intensa attività sismica come quella del 2019 è certamente rara, ma non imprevista e nemmeno indizio di una maggiore pericolosità sismica nei prossimi mesi e anni.

Ad attirare maggiormente l’attenzione della popolazione è stato uno sciame sismico verificatosi nel Vallese con 16 scosse percettibili, per le quali sono giunte complessivamente circa 2’000 segnalazioni. Nella prima metà di novembre si sono verificate a nord di Sion, tra Anzère e il Colle del Sanetsch, complessivamente più di 300 scosse, le due più forti con magnitudo di 3.3. Dalle prime analisi è emerso che durante queste sequenze si sono attivate contemporaneamente più faglie che si influenzavano reciprocamente. L’attività sismica sulla penisola di Bodanrück nei pressi di Costanza (D) è invece riconducibile all’attivazione di una singola struttura nel sottosuolo. Qui tutte le scosse hanno evidenziato un meccanismo di frattura simile. Questo sciame formato complessivamente da sette scosse percettibili è riconducibile a una fossa tettonica  sismicamente attiva nella regione Hegau-Lago di Costanza.

La scossa più forte del 2019, con una magnitudo di 4.2, si è verificata alla fine di maggio nel quadro di uno sciame sismico presso Novel (F). Solo su questo evento, il SED ha ricevuto dalla popolazione ben 600 segnalazioni. La seconda scossa più forte, con una magnitudo di 3.7, è stata avvertita durante lo sciame presso Costanza (D). Con 410 scosse, la sequenza di Courmayeur (I) nei pressi del massiccio del Monte Bianco (già attiva da diverso tempo) vanta la quantità maggiore di eventi nel 2019. 

Il numero complessivo di 1’670 scosse registrate rappresenta un nuovo record. Oltre all’intensa attività sismica dello scorso anno, questo record è anche una conseguenza del costante sviluppo e ammodernamento della rete di misurazione sismica. Per le sismologhe e i sismologi un maggiore numero di scosse registrate è utile perché consente non solo di rappresentare il sottosuolo e la tettonica delle Alpi in modo sempre più dettagliato, ma anche di migliorare le basi per le future analisi della pericolosità e dei rischi sismici.

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