Archivio attualità 2018

29/12/2018

Terremoto presso di Fribourg

[communicazione disponibile in tedesco, francese e inglese.]

Terremoto presso di Fribourg

19/12/2018

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Quest’anno la ghirlanda natalizia è decorata con bacche rosse e arancioni. Esse indicano la posizione dei terremoti di magnitudo 2 o superiore registrati dalla rete sismica nazionale da gennaio alla fine di novembre 2018.

Vi auguriamo Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

26/11/2018

InSight è arrivata su Marte!

Il 26 novembre 2018 la sonda InSight ce l’ha fatta ed è ammartata con successo sull’Elysium Planitia! Atterrare sul pianeta rosso non è per niente facile. L’ammartaggio è riuscito solo grazie alle tecnologie precedentemente testate e perfettamente sintonizzate tra di loro. Inoltre, rispetto alle missioni precedenti InSight ha dovuto superare difficoltà supplementari: è entrata nell’atmosfera più lentamente, era più pesante, è atterrata in un punto geograficamente più alto e in un momento più sfavorevole, esposto a un alto rischio di tempeste di sabbia. Dall’ingresso nell’atmosfera, l’intera procedura di ammartaggio è durata sei minuti. In quel momento la missione aveva già alle spalle un viaggio di circa 483 milioni di chilometri e 205 giorni nello spazio.

La riuscita dell’ammartaggio rappresenta un importante presupposto per raggiungere gli obiettivi scientifici della missione. Il nostro interesse è focalizzato soprattutto sull’origine e lo sviluppo di Marte, così come sulla sua struttura interna. Non vediamo quindi l’ora che il sismometro venga depositato sulla superficie del pianeta rosso e trasmetta i primi dati, che provvederemo ad analizzare subito insieme ai ricercatori dell’Istituto di geofisica. Da questo punto di vista, InSight rappresenta l’inizio di una nuova era: per la prima volta verranno raccolti dati scientifici sui temi citati. I primi risultati sono quindi attesi con trepidazione. Se tutto andrà come previsto, i primi dati sismici di Marte verranno trasmessi agli inizi di gennaio.

Vi siete persi l’ammartaggio? Qui potete rivederlo.

InSight è arrivata su Marte!

15/11/2018

Seguite l’atterraggio di InSight su Marte

Dopo un viaggio lungo quasi sei mesi e 485 milioni di chilometri, il 26 novembre 2018 il lander InSight della NASA giungerà su Marte. L’atterraggio promette di nuovo un clima di altissima tensione. Solo se tutti i processi saranno perfettamente combinati uno con l’altro, i ricercatori del Servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo e dell’Istituto di geofisica riceveranno i dati che permetteranno loro analizzare il sottosuolo marziano.

Prima dell’atterraggio, il lander InSight ruoterà in modo da effettuare il rientro atmosferico con lo scudo termico davanti. Quest’ultimo è in grado di proteggere il lander da temperature fino a 1’500 °C. Successivamente si aprirà il paracadute, il cui compito è di rallentare la velocità di caduta di 385 m/s dopo l’ingresso nell’atmosfera fino all’atterraggio. Negli ultimi 100 metri entreranno in funzione degli speciali razzi inversori di spinta. Non appena il lander si troverà al sicuro, verrà installato un sismometro il cui sistema elettronico di comando e di rilevamento dei dati è stato sviluppato dal Politecnico federale di Zurigo. Grazie ad esso, le sismologhe e i sismologi del SED e dell’Istituto di geofisica analizzeranno i dati sismici registrati.

Incrociate le dita insieme a noi! La trasmissione live dell’evento della NASA presso il bar bQm inizierà il 26 novembre 2018 alle ore 20.00. L’atterraggio è previsto per le ore 20.50 circa. Le prime immagini provenienti da Marte sono attese verso le ore 21.15. A causa del limitato numero di posti, consigliamo di giungere per tempo. Maggiori informazioni sono disponibili sul volantino d’invito.

Per saperne di più sulla missione InSight e sulle attività del PFZ visitate la pagina www.insight.ethz.ch.

In alternativa potete seguire l’atterraggio qui online.

Seguite l’atterraggio di InSight su Marte

03/11/2018

[Disponibile in FR/DE] Erdbeben bei Martigny

Am Samstag, dem 3. November 2018 hat sich um 01:20 Uhr (Lokalzeit) südlich von Martigny (VS) in einer Tiefe von ca. 10 km ein Erdbeben der Magnitude 2.9 ereignet.

Die Erschütterungen waren im Unterwallis, vorwiegend im Gebiet um Martigny, bis Saxon und Collonges gut zu spüren. Zudem haben auch im unteren Rhonetal bis Aigle einige Personen das Beben wahrgenommen. Dies aufgrund seiner Bodenbeschaffenheit (weiche Sedimente) und der damit verbundenen Verstärkung der Erdbebenwellen. Bei einem Erdbeben dieser Stärke sind in der Regel keine Schäden zu erwarten.

Die Region um Martigny wurde bereits am 23. August dieses Jahres von einem Erdbeben am Dent de Morcles mit der Magnitude von 3.2 erschüttert (siehe Aktuellbeitrag vom 23.08.2018). Solche Erschütterungen sind für diese Region nichts Ungewöhnliches, ist das Wallis doch der Kanton mit der höchsten Erdbebenaktivität in der Schweiz.

[Disponibile in FR/DE] Erdbeben bei Martigny

23/10/2018

Test di nuove procedure per controllare la sismicità indotta

Qual è il modo migliore per monitorare, prevedere e controllare il più possibile i terremoti indotti che possono verificarsi durante i progetti di geotermia di profondità? È a questa domanda che cerca di dare una risposta il servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo nel quadro del progetto «COSEISMIQ», recentemente avviato nelle vicinanze di Reykjavík. Trovare tale risposta è importante per tutti gli attuali e futuri progetti di geotermia, soprattutto anche per la Svizzera dopo i terremoti indotti a Basilea e San Gallo.

Insieme alla Reykjavik Energy, alla GeoEnergie Suisse AG e a scienziati provenienti da Islanda, Irlanda e Germania verranno testati per la prima volta in condizioni reali dei «sistemi semaforici adattivi». L’obiettivo è sviluppare un sistema di apprendimento in tempo reale in grado di considerare i nuovi dati e le condizioni / gli eventi locali per ridurre al mimino il rischio di terremoti indotti e massimizzare allo stesso tempo la produzione di energia.

A tal fine, nelle scorse settimane sono state installate nel quadro di una prima fase 23 stazioni sismiche intorno all’area geotermale di Hengill, a 30 km a est di Reykjavík. Grazie ai suoi numerosi ed efficaci progetti di geotermia, al frequente verificarsi di fenomeni di sismicità indotta e alla contemporanea bassa densità di popolazione, l’Islanda è un sito di ricerca ideale. In una fase successiva verrà rilevata la sismicità indotta durante la stimolazione dei nuovi fori di trivellazione, che sarà monitorata in modo ampiamente automatico. I dati raccolti fungeranno da base per modelli geomeccanici che permetteranno ai gestori di osservare e ottimizzare quasi in tempo reale lo sviluppo delle sorgenti. In futuro, questo sistema adattivo supporterà i gestori nella scelta mirata delle misure necessarie per arginare la sismicità indotta. COSEISMIQ è parte del programma di ricerca GEOTHERMICA sostenuto dall’Unione europea.

Test di nuove procedure per controllare la sismicità indotta

01/10/2018

Earthquake and Tsunami in Sulawesi, Indonesia

On 28 September 2018, several strong earthquakes shook the island of Sulawesi in Indonesia. The strongest earthquake, with a magnitude of 7.5, triggered a tsunami and, according to knowledge to date, claimed more than a thousand lives.

The earthquake occurred about 80 kilometres north of the provincial capital Palu on the coast at a depth of about 10 km. The quake was triggered by a sudden horizontal movement of rocks along the Palu-Koro fault. The north-south running fault through the Bay of Palu is similar in type to the San Andreas fault in California. Initial analyses indicate that the rock on both sides of the fault have shifted several metres in relation to each other in the area North of the town of Palu.

Horizontal displacements such as those of this earthquake rarely trigger large tsunamis. This usually requires a vertical movement of the seabed. When a block of rock beneath the water surface rises or falls rapidly due to an earthquake, the water column above it is raised or lowered and a tsunami is triggered. The exact cause of the tsunami in the Bay of Palu is not yet known. Possible causes are the pronounced topography of the coastal area and the seabed, whereby horizontal movements could also shift large masses of water, and / or underwater landslides caused by the quake.

After the earthquake, the tsunami waves took about half an hour to reach Palu. This appears long in comparsion to the relatively short distance to the epicentre. The reason for this is the depth of the water; the greater the depth, the faster the waves spread. At a shallow water depth of 200 m, as it is likely to prevail between the epicentre and the city of Palu, the speed of propagation is about 160 km/h. This is much slower than the speed of the seismic waves, and also much slower as if the sea depth was at 4 km, typical in the deep ocean. In this deep case, the tsunami waves would have arrived at Palu in under 10 minutes. In addition, the narrow geometry of the bay north of Palu is very likely to have significantly amplified the height of the tsunami wave.

As always, the sequence of strong quakes has redistributed the tectonic stresses in the region. In the coming days, further, sometimes violent aftershocks at the Palu-Koro fault as well as at neighbouring fault lines are to be expected. Indonesia lies on the Pacific Ring of Fire, where 90 percent of all earthquakes worldwide occur.

Earthquake and Tsunami in Sulawesi, Indonesia

23/08/2018

[Disponibile in FR/DE] Erdbeben am Dent de Morcles

Am Donnerstag, dem 23. August 2018 hat sich um 02:09 Uhr (Lokalzeit) am Dent de Morcles östlich von Evionnaz in einer Tiefe von ungefähr 7 km ein Erdbeben der Magnitude 3.2 ereignet.

Die Erschütterungen waren im Unterwallis, vor allem von Fully und Martigny bis Aigle gut zu spüren. Das Beben wurde aber auch in anderen Ortschaften im Unterwallis verspürt. In den ersten Minuten nach dem Erdbeben gingen beim Schweizerischen Erdbebendienst an der ETH Zürich bereits über 200 Verspürtmeldungen ein. Die Bodenbeschaffenheit im Rhonetal (weiche Sedimente) und die damit verbundene Verstärkung der Erdbebenwellen sind dabei für die verbreitete Wahrnehmung mitverantwortlich. Bei einem Erdbeben dieser Stärke sind keine Schäden zu erwarten.

Die Region um Saxon wurde bereits im Februar dieses Jahres von einem Erdbeben der Magnitude von 2.6 erschüttert. Im Wallis und vor allem in einem Streifen, der parallel der Haupt-Talrichtung von Leukerbad über Derborence Richtung Lac d'Emosson verläuft, ist es in den letzten Jahren immer wieder zu kleineren, spürbaren Erdbeben gekommen. Solche Erschütterungen sind für diese Region nichts Ungewöhnliches, ist das Wallis doch der Kanton mit der höchsten Erdbebenaktivität in der Schweiz.

[Disponibile in FR/DE] Erdbeben am Dent de Morcles

Terremoto a Lombok

Il 29 luglio 2018 un forte sisma di magnitudo 6.4 ha fatto tremare l’isola indonesiana di Lombok. La scossa principale è stata seguita da alcune scosse più deboli e successivamente, il 5 agosto, da una ancora più forte di magnitudo 6.9. Le scosse hanno causato numerosi danni a edifici e vie di comunicazione. Secondo le informazioni attualmente in nostro possesso, il numero delle vittime si aggira intorno alle 100 persone. Le scosse sono state avvertite nettamente anche a Bali, dove hanno causato alcuni danni isolati. Dopo fenomeni di simile entità, nei prossimi giorni e mesi si prevedono generalmente ulteriori scosse di assestamento, in parte di forte intensità. Non è inoltre possibile escludere che in un prossimo futuro si verifichi una scossa ancora più forte. Le attuali scosse si stanno verificando a profondità comprese tra 10 e 30 km. Di conseguenza, anche eventuali scosse più deboli a partire da una magnitudo di 5 potranno causare ulteriori danni.

L’Indonesia si trova sulla cintura di fuoco del Pacifico, una zona sismicamente molto attiva che comprende anche paesi come il Giappone, le Filippine e la Nuova Zelanda. Lungo la cintura di fuoco si verifica il 90% di tutti i terremoti del mondo. L’Indonesia presenta quindi una pericolosità sismica relativamente alta. Nonostante differenze di pericolosità sismica a livello regionale, all’interno del paese i terremoti con magnitudo pari a quella di Lombok sono possibili ovunque e in qualsiasi momento. Anche se scosse di questa entità sono leggermente meno frequenti nelle regioni meno a rischio come Lombok rispetto ad es. a Sumatra, non possono essere completamente escluse.

Alle persone che nei prossimi giorni o settimane intendono recarsi in Indonesia consigliamo di informarsi sulla situazione momentanea presso il tour operator o gli alberghi locali. I viaggiatori che si trovano sul posto devono rispettare le istruzioni impartite dalle autorità locali e seguire l’evoluzione della situazione sui mezzi di comunicazione. Qui trovate alcuni consigli generali su come comportarsi prima, durante e dopo un terremoto all’estero.

Ulteriori informazioni in lingua inglese:

Informazioni dell’USGS sulla scossa di magnitudo 6.9

Articolo del blog di Temblor

18/07/2018

In vacanza in una zona sismica?

Finalmente sono iniziate le lunghe vacanze estive. L’alloggio è stato prenotato, le valigie sono pronte e i controlli di sicurezza all’aeroporto sono stati superati senza problemi. Cosa può ancora andare storto? Molti viaggiatori si preparano scupolosamente ad affrontare i tipici problemi che si possono verificare durante le ferie, come zanzare, furti con destrezza o caldo tropicale. Lo spray contro le zanzare è a portata di mano, l’assicurazione contro i furti è stata stipulata e la camera con aria condizionata prenotata. A chi verrebbe mai in mente di pensare anche a un possibile sisma? Anche se si tratta di un evento che si verifica molto più raramente delle disgrazie citate sopra, potrebbe comunque rovinarci il buon umore che abbiamo in vacanza.

Adottare certe precauzioni è utile anche in caso di terremoto. Prima della partenza, informatevi se la vostra destinazione si trova in una zona soggetta a un particolare rischio sismico (vedere Zone sismiche). Molte delle destinazioni estive più amate dalle cittadine e dai cittadini svizzeri si trovano in Italia, Grecia e Turchia, la cui pericolosità sismica è nettamente maggiore di quella alla quale siamo abituati in Svizzera. Lo stesso vale anche per altre popolari mete come Nuova Zelanda, California o Bali, situate tutte lungo la particolarmente pericolosa «cintura di fuoco» dove ha origine il 90% dei terremoti che si verificano nel mondo. Se avete intenzione di intraprendere un viaggio in una di queste regioni, potrebbe essere utile seguire i seguenti consigli.

Dal momento che i terremoti si verificano senza preavviso, è utile sapere in anticipo cosa fare quando si verifica un simile evento. La raccomandazione generale, in Svizzera e altrove, è di cercare un riparo. Sotto un tavolo stabile o coprendosi la testa con il cuscino se si è a letto. La maggior parte delle lesioni che si verificano durante un terremoto viene provocata da oggetti che cadono, come il contenuto di uno scaffale, parti del soffitto o delle pareti. Chi durante un terremoto corre avanti e indietro in preda al panico aumenta il pericolo di essere colpito da uno di questi oggetti. Senza contare che durante una forte scossa è in genere difficile mantenere l’equilibrio. In una simile situazione si è già contenti di potersi tenere a qualcosa di stabile che offre riparo (come è successo anche al direttore del Servizio sismico, come potete vedere nel seguente numero della trasmissione della SRF Einstein).

Come succede spesso, anche in questo caso ci sono delle eccezioni. Se vi trovate vicino al mare, la migliore opzione è quella di allontanarvi il più possibile per evitare gli effetti di un possibile tsunami. In Alaska applicano una regola empirica per questa situazione: se la scossa è abbastanza forte da farti cadere quasi a terra, corri verso la collina più vicina. Lo stesso vale se vi trovate nelle immediate vicinanze di un’uscita all’aperto. Nel caso vi trovaste già all’esterno, rimanete lì e mantenete una certa distanza dagli edifici. Le raccomandazioni dettagliate su cosa fare in caso di evento si trovano qui. La misura più corretta da prendere in caso di terremoto dipende quindi molto dalle condizioni (caratteristiche del terremoto, tipo di edificio in cui ci si trova ecc.)

Per i sismologi è dunque difficile formulare raccomandazioni generiche senza provocare inutili ansie. La principale protezione contro i terremoti è e rimane l’edilizia antisismica. Persino per una persona esperta è tuttavia difficile valutare con una semplice occhiata se un edificio è sicuro o meno. Questo non può pertanto essere un criterio per la scelta di un alloggio. Spesso vale il seguente principio: più è recente un edificio, più è probabile che sia stato costruito secondo le nuove norme edilizie e che risponda quindi ai criteri antisismici. Eventualmente richiedere  chiarimenti  al proprietario della sistemazione o all’organizzatore del viaggio. 

Non appena le scosse sono terminate, occorre abbandonare gli edifici fortemente danneggiati. Durante questa operazione bisogna fare attenzione all’eventuale caduta di oggetti come tegole o cavi elettrici strappati. Dopo una forte scossa occorre in ogni caso prevedere scosse di assestamento, in parte anche di forte intensità, che possono causare ulteriori danni. Sia sul territorio nazionale che all’estero si consiglia di seguire per principio le istruzioni impartite dalle autorità locali.

Per tutti coloro che desiderano adottare ulteriori misure, nella seguente pagina è disponibile un elenco di cosa si può fare prima di un soggiorno di breve o lunga durata. Tutte le informazioni possono inoltre essere scaricate sotto forma di foglio informativo.

Infine, non dimenticatevi che i terremoti sono sì reali, ma che anche nelle zone sismiche il rischio di subire un danno è estremamente basso. Se viaggiate in California, questa probabilità è di 1 su 1'000'000 all’anno. Nella stessa regione viaggiare in auto è in confronto molto più pericoloso. La probabilità di subire un incidente grave è infatti di 1 su 11'428 circa. In questo senso: se vi preparate bene, le vostre meritate vacanze non verranno rovinate!

In vacanza in una zona sismica?

16/05/2018

[Disponibile in DE /FR] Zwei Beben in der Nähe von Châtel-St-Denis

Am Dienstag, dem 15. Mai 2018, hat sich um 17:30 Uhr (Lokalzeit) in der Nähe von Châtel-St-Denis (FR) in einer Tiefe von ungefähr 5 km ein erstes Erdbeben der Magnitude 3.1 ereignet.

Die Erschütterungen waren vorwiegend in der Umgebung von Châtel-St-Denis bis hin nach Vevey gut zu spüren. Da sich das Beben relativ nahe der Erdoberfläche ereignet hat, wurde es vor allem im Gebiet des Epizentrums relativ deutlich verspürt. Die Anzahl der Erdbebenmeldungen nahm entsprechend mit der Distanz ab. In den vergangenen Jahren haben sich in der Umgebung von Châtel-St-Denis keine grösseren Beben oder Erdbebenschwärme ereignet. Dies im Unterschied zum weiter östlich gelegenen Château-d’Oex, wo in den vergangenen Monaten zahlreiche Beben aufgetreten sind. Einen Zusammenhang zwischen dem Beben von Châtel-St-Denis und denjenigen von Château-d’Oex besteht aber nicht. Bei einem Beben dieser Stärke sind keine Schäden zu erwarten.

Am Mittwoch, dem 16. Mai 2018, hat sich um 11:32 Uhr ein zweites Beben ereignet. Die Magnitude war mit 2.9 leicht schwächer. Das Epizentrum dieses Bebens liegt am selben Ort wie jenes des ersten (etwas 2 km südwestlich von Châtel-St-Denis). Das zweite Beben ereignete sich aber vermutlich noch ein bisschen näher an der Erdoberfläche.

[Disponibile in DE /FR] Zwei Beben in der Nähe von Châtel-St-Denis

05/05/2018

È partita la missione InSight su Marte

Il razzo della NASA con la sonda InSight a bordo ha lasciato la Terra il 5 maggio 2018. Dopo aver inizialmente fatto rotta verso sud da Vandenberg (California), trascorsa circa un’ora e mezza InSight si è staccata dal razzo vettore e ha diretto la propria traiettoria verso Marte. In seguito a un viaggio lungo 485 milioni di chilometri che durerà almeno sei mesi, il 26 novembre 2018 la sonda giungerà sul Pianeta Rosso. InSight è la prima missione dedicata alla comprensione della struttura interna del pianeta, all’esame del sottosuolo marziano e all’analisi dell’attività sismica.

Con l’obiettivo di misurare i terremoti su Marte, la sonda InSight avrà il compito di sistemare su Marte il sismometro «SEIS». Non appena i dati del SEIS giungeranno all’ETH di Zurigo, le sismologhe e i sismologi del Servizio Sismico Svizzero (SED) e del Gruppo sismologia e geodinamica (SEG) provvederanno ad analizzarli nel quadro del loro lavoro quotidiano. Mit nur einem Seismometer ist dies aber keine leichte Aufgabe. Im Unterschied zur Erde, wo die Seismologen auf zahlreiche Stationen zurückgreifen können, um den Ursprung einer Erschütterung zu ermitteln, fehlt es auf dem Mars an Referenzpunkten. Per questo motivo, si tenterà soprattutto di ottenere il maggior numero di informazioni possibili anche dai segnali più deboli di possibili terremoti, di cadute di meteoriti o anche di piccoli tornado. A tal fine, i collaboratori del servizio sismico su Marte combineranno i metodi utilizzati agli albori della sismologia, quando anche sulla Terra erano presenti solo sismometri isolati, con i moderni processi di analisi utilizzati oggi per la localizzazione degli eventi sismici.

Si auspica che i risultati della missione InSight forniscano delle informazioni su una delle questioni fondamentali relative allo studio dei pianeti e del sistema solare. Si desidera capire meglio i processi di formazione dei pianeti simili alla Terra all’interno del sistema solare interno, Terra compresa, avvenuti oltre quattro miliardi di anni fa.

Per ulteriori informazioni sulla missione InSight e sulle attività svolte dall’ETH www.insight.ethz.ch

Guardatevi il lancio

È partita la missione InSight su Marte

26/04/2018

Indotto o no? Indagine sul terremoto di magnitudo 5,5 a Pohang in Corea del Sud

Un articolo pubblicato di recente su Science, scritto da un gruppo di ricercatori del Servizio Sismico Svizzero presso l’ETH di Zurigo, del gruppo di Geologia Applicata all’Ingegneria dell’ETH, del GFZ di Potsdam  e dell’Università di Glasgow, esplora la possibilità che esista una relazione tra il terremoto di magnitudo 5,5 avvenuto lo scorso anno in Corea del Sud e delle attività per lo sfruttamento dell’energia geotermica effettuate in prossimità della zona epicentrale. Il terremoto, avvenuto il 15 novembre 2017, ha causato circa 80 feriti e danneggiato numerosi edifici nella città di Pohang. Se fosse dimostrata la sua origine antropica, potrebbe essere il più forte terremoto associato allo sfruttamento dell’energia geotermica profonda di cui si abbia mai avuto notizia.

I sismogrammi dei terremoti indotti sono generalmente indistinguibili da quelli di origine naturale. Pertanto, per discriminare la sismicità naturale da quella indotta ci si basa generalmente su una serie di indicatori che tengono conto della localizzazione degli eventi sismici, della loro profondità e della storia delle attività di sollecitazione del sottosuolo. Analizzando dati sismologici e geodetici di pubblico dominio, l’articolo contribuisce alla comprensione della natura di questo evento.

Lo studio mostra che la scossa principale e le repliche maggiori si sono verificate entro 2 km di distanza dal sito industriale in questione, e a una distanza di circa 1,5 km da un terremoto indotto avvenuto ad aprile 2017, durante una delle diverse operazioni di stimolazione idraulica. Le localizzazioni degli eventi principali della sequenza sismica sono consistenti con quelle riportate da un gruppo di ricerca sudcoreano in un altro studio. Entrambe le ricerche sono state pubblicate simultaneamente su Science. In generale, quanto più una sequenza sismica risulti vicina sia spazialmente che temporalmente ad attività potenzialmente capaci di genereare sismicità indotta (come l’iniezione di fluidi nel sottosuolo), tanto maggiore è le probabilità che esista un collegamento fra di esse. La scossa principale e le 46 repliche rilevate tra il 15 e il 30 novembre 2017 si sono verificate tutte a profondità comprese tra 3 e 7 km, e risultano insolitamente superficiali se paragonate agli eventi naturali precedentemente registrati nella zona. L’analisi dei dati satellitari mostra che la scossa principale ha prodotto una deformazione del suolo massima di circa 4 cm e che la struttura sismogenetica attivata, precedentemente sconosciuta, è una faglia inversa superficiale che passa direttamente sotto i pozzi di iniezione.

Tutte queste indicazioni, se combinate insieme, portano alla conclusione che una connessione tra il terremoto di magnitudo 5,5 avvenuto in Corea del Sud e le attività per lo sfruttamento dell’energia geotermica effettuate in prossimità della zona epicentrale è plausibile. Tuttavia, la scossa principale si è verificata circa due mesi dopo le ultime attività di stimolazione. Finora, non esiste un modello quantitativo che stabilisca una chiara relazione causa-effetto tra le attività di iniezione condotte e il verificarsi di questo evento. Il Governo sudcoreano ha instituito una commissione di esperti indipendenti per esaminare tutti gli elementi di prova e valutare se l’evento sia associabile alle vicine attività di stimolazione. In base alle informazioni attualmente disponibili, la commissione analizzerà nuovamente tutti i dati esistenti, inclusi quelli relativi alla microsismicità, ai volumi e alle pressioni di iniezione e facendo uso di modelli idrologici e geologici dettagliati, essenziali per comprendere la relazione tra le operazioni di iniezione e questa sequenza sismica.

Nel mese di novembre 2017, il Servizio Sismico Svizzero (SED) presso l’ETH di Zurigo ha informato il pubblico (vedi notizia SED) sul terremoto di Pohang in occasione della pubblicazione di un rapporto sulle prassi ottimali da adottare per il monitoraggio della sismicità indotta e la gestione del rischio ad essa associato. Allo stesso tempo, la Geo-Energie Suisse AG ha avvertito il Cantone del Giura, dove attualmente è stato richiesto un permesso di costruzione dell’unico progetto geotermico di profondità di tipo EGS in Svizzera. Di conseguenza, il Cantone ha chiesto alla Geo-Energie Suisse AG di valutare le possibili implicazioni del progetto geotermico Haute-Sorne. Comprendere meglio la relazione cause-effetto che lega il terremoto di magnitudo 5,5 che ha colpito l’area di Pohang alle attività di sfruttamento dell’energia geotermica effettuate in prossimità' della zona epicentrale e’ necessario per un uso sicuro e sostenibile di questa fonte di energia.

Indotto o no? Indagine sul terremoto di magnitudo 5,5 a Pohang in Corea del Sud

Il Consiglio federale approva un nuovo pacchetto di misure per la protezione contro i pericoli naturali

Nel quadro del progetto «Perfezionamento del sistema di allerta e di allarme della popolazione in caso di pericoli naturali» (OWARNA), dal 2010 Confederazione e Cantoni migliorano di continuo la loro collaborazione come pure le previsioni e le allerte in caso di eventi naturali quali piene, tempeste o valanghe. A livello federale, la Commissione direttiva «Intervento pericoli naturali» (LAINAT) coordina le attività dei servizi federali. Nella sua seduta del 18 aprile 2018 il Consiglio federale ha preso atto del rapporto periodico della LAINAT sullo stato di OWARNA e concesso fondi per l’attuazione delle misure ivi contenute per il periodo da 2019 al 2023. Oltre che sul proseguimento delle misure adottate finora, nei prossimi anni gli sforzi si concentreranno soprattutto sull'adeguamento e il perfezionamento dei prodotti e delle allerte riguardanti i pericoli climatici.

Il Consiglio federale approva un nuovo pacchetto di misure per la protezione contro i pericoli naturali

18/04/2018

Le Alpi si sono formate in seguito all’affioramento causato da uno "scarico di zavorra" anziché da una compressione

Le rocce alpine sono diventate una catena montuosa perché si sono staccate dal pesante strato sottostante la placca europea interessata dal fenomeno della subduzione. È questa la teoria proposta da E. Kissling dell’Istituto di Geofisica dell’ETH di Zurigo e da F. Schlunegger dell’Istituto di geologia dell’Università di Berna nel loro nuovo modello di formazione delle Alpi pubblicato di recente. Le ipotesi avanzate finora partivano dal presupposto che le Alpi si fossero formate in seguito alla compressione tra la placca adriatica a sud e la placca europea a nord. Tuttavia, numerosi dati geofisici e geologici più recenti contraddicono il vecchio modello "bulldozer".

La parte più rigida del pianeta Terra, denominata litosfera, è frammentata in una serie di placche che galleggiano sul sottostante mantello viscoso come delle zattere. Queste placche sono formate da due strati, la crosta superiore e la cosiddetta mesosfera inferiore. La costa garantisce la spinta ascensionale, impedendo che la pesante mesosfera affondi nel mantello. Le parti oceaniche delle placche della litosfera hanno una crosta molto più sottile delle parti continentali e quindi anche una minore spinta ascensionale: nelle cosiddette zone di subduzione, la litosfera oceanica può interamente affondare nel mantello e causare il movimento della parte continentale della placca lungo la superficie terrestre.

Gli inizi della formazione delle Alpi sono stati caratterizzati da una simile subduzione, durante la quale la vecchia parte oceanica dell’Europa è sprofondata sotto al continente adriatico-africano più a sud. Dopo la subduzione dell’intero oceano, le due placche litosferiche continentali si sono scontrate come in una collisione tra due zattere. Secondo il vecchio modello di formazione delle Alpi centrali svizzere, tale collisione tra le due placche continentali ha causato una compressione e un accatastamento del materiale roccioso che si trovava in mezzo.

I recenti dati geofisici sulla struttura profonda delle Alpi e le ultime conoscenze geologiche sulla formazione dell’Altipiano fanno tuttavia ritenere che la compressione tra le due placche, se mai si è verificata, abbia contribuito solo in minima parte alla formazione della catena montuosa. È più probabile che le rocce alpine siano diventate una catena montuosa perché la crosta continentale si è staccata dal pesante strato inferiore della placca europea interessata dal fenomeno della subduzione. La crosta, spessa fino a 60 km, ha quindi subito una forte spinta ascensionale supplementare e da allora sostiene senza problemi il peso della roccia come un iceberg che galleggia sull’acqua. La maggiore spinta ascensionale della crosta continentale compensa costantemente l’altezza delle montagne, che altrimenti diminuirebbe a causa dei processi di erosione. I fiumi e i ghiacciai modellano le montagne per erosione e sedimentazione nel bacino di avampaese, un tempo nell’Altopiano svizzero e oggi nella Pianura Padana.

Nel nuovo modello sulla formazione delle Alpi, in primo piano ci sono quindi le forze gravitative e quindi ad azione verticale della placca galleggiante. Il modello dei due autori si differenzia quindi dal vecchio modello "bulldozer", in cui sono le forze orizzontali a giocare un ruolo centrale.

Pubblicazione: «Rollback Orogeny Model for the Evolution of the Swiss Alps», Tectonics, 2018

Ulteriori informazioni: Edi Kissling, Fritz Schlunegger.

Le Alpi si sono formate in seguito all’affioramento causato da uno "scarico di zavorra" anziché da una compressione

08/04/2018

[Disponibile in FR/DE] Nouveau séisme près de Château-d’Oex

Un séisme de magnitude 2.9 s’est produit dimanche 8 avril à 23.50 (heure locale) près de Château-d’Oex à une profondeur d’environ 6 km.

Le séisme a été nettement ressenti dans la région de l’épicentre ainsi que dans la partie chablaisienne de la plaine du Rhône, les sédiments meubles de la vallée amplifiant les ondes sismiques et leur ressenti. Il ne faut pas s’attendre à des dégâts pour un séisme de cette magnitude.

La région de Château-d’Oex avait déjà été le théâtre de nombreux séismes en 2016 et plus encore en 2017. Le plus fort, de magnitude 4.3, s’était produit le 1er juillet 2017. Il avait été suivi de très nombreuses répliques. Le séisme de dimanche semble cependant s’être produit environ 3 km plus au sud-est que les précédentes séquences.

[Disponibile in FR/DE] Nouveau séisme près de Château-d’Oex

12/03/2018

[Disponibile in DE] Erdbeben an der deutsch-schweizerischen Grenze nahe Laufenburg

Am Montag, 12. März 2018 hat sich kurz nach Mitternacht um 00:29 Uhr (Lokalzeit) ein Erdbeben der Magnitude 3.1 in Deutschland ereignet, ungefähr 13 km nördlich von Laufenburg. Das Erdbeben ereignete sich in 17 km Tiefe und wurde in der Nähe des Epizentrums und auch auf der schweizerischen Seite der Grenze deutlich verspürt. Schäden sind bei einem Erdbeben dieser Stärke in der Regel nicht zu erwarten.

[Disponibile in DE] Erdbeben an der deutsch-schweizerischen Grenze nahe Laufenburg

08/02/2018

Rilevare le valanghe con strumenti sismici

Le valanghe rappresentano un pericolo sia per i paesi di montagna, sia per gli appassionati di sport invernali. Importanti informazioni per valutare in modo affidabile il pericolo di valanghe vengono fornite dai distacchi recenti. Siccome però molti di questi si verificano di notte o in zone disabitate, spesso non è possibile stabilire con certezza quando e quante valanghe si sono effettivamente distaccate. Nel quadro di un progetto comune, il servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo e il WSL Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF sono giunti alla conclusione che le misure sismiche possono fornire un aiuto in questo campo.

A tal fine tuttavia occorre prima superare alcuni ostacoli. A differenza dei terremoti, i segnali delle valanghe non hanno infatti né un chiaro inizio, né fasi d’onda diverse. Con i metodi sismici tradizionali è quindi difficile rilevare il distacco di una valanga. Inoltre, la qualità del segnale soffre del fatto che la valanga è in costante movimento. I ricercatori del SED hanno quindi sviluppato un modello numerico che elabora questi segnali usando metodi speciali. Il modello è stato collaudato con oltre 350 distacchi reali di valanghe che l’SLF ha rilevato sopra a Davos nel 2012.

I risultati sono promettenti: il modello numerico ha registrato automaticamente oltre il 90% di tutti i distacchi. Per perfezionare il rilevamento sarebbe necessario un maggior numero di sensori e una disposizione più sofisticata degli strumenti di misura. Il SED, in collaborazione con l’SLF, intende ora approfondire ulteriormente le indagini su quest’ultimo aspetto, contribuendo così in modo significativo a prevedere il pericolo di valanghe.

Pubblicazione: Heck, M., Hammer, C., van Herwijnen, A., Schweizer, J., and Fäh, D.: Automatic detection of snow avalanches in continuous seismic data using hidden Markov models, Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 18, 383-396, https://doi.org/10.5194/nhess-18-383-2018, 2018.

Rilevare le valanghe con strumenti sismici

01/02/2018

[Disponibile in DE / FR] Erneutes Erdbeben bei Bludenz (A)

Am Donnerstag, den 1. Februar 2018, hat sich um 02:47 Uhr (Lokalzeit) ein Erdbeben der Magnitude 4.1 ca. 10 km östlich von Bludenz ereignet. Bludenz liegt am nördlichen Ende des Montafon-Tals im Bundesland Vorarlberg in Österreich. Das Erdbeben wurde nach ersten Analysen ziemlich nahe an der Oberfläche lokalisiert, die Tiefe ist aber aufgrund der Entfernung zu den nächsten Messstationen nur sehr unsicher zu bestimmen. Bei einem Erdbeben dieser Stärke sind kleinere Schäden in der Nähe des Epizentrums nicht auszuschliessen.

 

Gemäss den Berichten, welche auf unserer Webseite in der ersten Stunde nach dem Erdbeben eingegangen sind, war das Erdbeben auch in Liechtenstein und in weiten Teilen der (Ost-)Schweiz, insbesondere in den Kantonen St. Gallen und Graubünden deutlich spürbar. Schäden sind in der Schweiz keine zu erwarten.

Dies ist das zweite deutlich verspürte Beben im Silvretta-Gebirge innerhalb der letzten zwei Wochen. Schon am 17. Januar 2018 hatte sich 13 km östlich von Bludenz ein Erdbeben mit einer Magnitude von 4.1 ereignet, das in der Schweiz (vor allem in der Ostschweiz) deutlich verspürt wurde.

25/01/2018

Un bilancio sui terremoti del 2017 in Svizzera

L’anno 2017 ha dimostrato ancora una volta che la Svizzera è una terra di sismi. Si sono infatti verificati due terremoti di magnitudo superiore a 4 percepiti da un’ampia fascia della popolazione e con centinaia di repliche. Inoltre, il Servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo ha registrato più piccoli terremoti che mai prima d’ora. Il numero totale di terremoti rilevati nell’anno 2017 in Svizzera e nelle regioni limitrofe è stato di circa 1'230.

Il 3 marzo 2017 la Svizzera è stata scossa dal più forte terremoto da oltre dieci anni. Il sisma di magnitudo 4.6 si è verificato presso Urnerboden lungo il confine tra Uri, Svitto e Glarona. Percepito in ampie regioni della Svizzera, ha causato nelle vicinanze dell’epicentro isolati e lievi danni ad edifici ed è stato seguito da 100 repliche. In precedenza, l’ultimo terremoto forte, di magnitudo 4.9, si era verificato l’8 settembre 2005 nei pressi di Vallorcine (Francia), vicino al confine svizzero presso Martigny (VS). Il secondo terremoto per severità nel 2017, percepito da un’ampia fascia della popolazione, si è verificato il 1° luglio presso Château-d’Oex (VD). Con una magnitudo pari a 4.3, ha causato circa 240 repliche, alcune delle quali sono anche state percepite dalla popolazione.

Complessivamente, nel 2017 il SED ha registrato e localizzato in Svizzera e nelle regioni limitrofe circa 1'230 terremoti. Un numero così alto di eventi non era mai stato rilevato prima. Oltre 700 di questi sono stati microterremoti di magnitudo inferiore a 1.0, fino a -0.4. Grazie al miglioramento della rete di misurazione sismica, simili scosse diventano sempre più “visibili” in alcune regioni del paese, fornendo così un importante contributo a comprendere meglio le strutture e i processi che interessano il sottosuolo svizzero. Il numero di terremoti con una magnitudo pari a 2.5 o superiore, in totale 23, si attesta intorno alla media registrata negli ultimi 42 anni. L’attività sismica si è concentrata soprattutto nel Vallese, nei Grigioni e nella zona lungo il fronte alpino.

Lo scorso anno sono stati inoltre percepiti nettamente dalla popolazione il terremoto presso Vallorcine (Francia) del 20 marzo (magnitudo 3.0), quelli vicino a Sion (VS) del 2 giugno e del 5 agosto (magnitudo 3.3 e 2.4), così come quello nei pressi di Zugo (ZG) del 21 novembre (magnitudo 3.3).

Le oscillazioni annuali della frequenza dei terremoti sono normali e non permettono di fare previsioni sulla futura attività sismica. Un forte terremoto di magnitudo 6 si verifica in Svizzera mediamente una volta ogni 50 a 150 anni. La probabilità che questo accada nell’anno 2018 è quindi dell’1 percento circa.

Download comunicato stampa (PDF)

Download mappa (PNG)

Precedenti rapporti annuali

17/01/2018

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben bei Bludenz (A) auch in der Schweiz deutlich verspürt

Am Mittwoch, 17. Januar 2018 hat sich um 20:07 Uhr (Lokalzeit) ein Erdbeben der Magnitude 4.1 13 km östlich von Bludenz (Vorarlberg, Österreich) ereignet. Bludenz ist das nördliche Ende des 39 km langen Montafon-Tals. Das Erdbeben war nach ersten Analysen ziemlich oberflächennah, die Tiefe ist aber aufgrund der Entfernung zu den nächsten Messstationen nur sehr unsicher zu bestimmen. Kleinere Schäden sind bei einem Erdbeben dieser Stärke in der Nähe des Epizentrums vereinzelt möglich.

Das Beben war auch in weiten Teilen der (Ost-)Schweiz, insbesondere im Raum St.Gallen (56 km Entfernung zum Epizentrum) deutlich spürbar.

Erdbeben sind im Silvretta-Gebirge keine Seltenheit. Bereits am 8. Januar 2018 hatte sich an der Grenze zwischen Vorarlberg und Tirol ein leichtes Erdbeben mit einer Magnitude von 2.9 ereignet, das in der Region schwach verspürt wurde.

[Disponibile in DE / FR] Erdbeben bei Bludenz (A) auch in der Schweiz deutlich verspürt