Misure per mitigare sismicità indotta

Al fine di monitorare e controllare al meglio la sismicità indotta da progetti geotermici profondi vengono applicate varie misure.

Un elemento centrale delle contromisure è la conoscenza più accurata possibile del sottosuolo, che di regola non è disponibile e deve essere innanzitutto acquisita per un’area specifica. Lo stato delle conoscenze aumenta progressivamente nel corso di un progetto. Ad esempio, le modellazioni sismiche in 3D di un’area forniscono indizi importanti su un sito potenziale, tuttavia illustrano soltanto le strutture più grandi. Per le strutture più piccole, lo stato di sollecitazione delle faglie o la permeabilità della roccia non possono essere mappati in modo affidabile con questi metodi geofisici. Un quadro più preciso emerge quindi solo in occasione delle prime trivellazioni e in base alle risposte del sottosuolo a seguito degli interventi effettuati.

Gli studi sul rischio sismico redatti nella fase precedente ai progetti geotermici dovrebbero chiarire i seguenti punti:

La sismicità naturale in una determinata regione è un elemento chiave della valutazione del rischio. A lungo termine, fondamentalmente esiste un minor rischio sismico nei progetti geotermici nelle regioni con una bassa sismicità naturale.

Attualmente non è possibile prevedere i terremoti. Tuttavia, sulla base di dati storici possono essere sviluppati vari scenari che raffigurano i diversi tassi sismici futuri.

Gli effetti di un terremoto dipendono non solo dalla sua forza, ma anche dalla profondità, dalla distanza dall’epicentro e dal sottosuolo locale. Una microzonazione rileva le caratteristiche geologiche e geotecniche locali del sottosuolo per valutare se quest’ultimo indebolisce o rafforza le scosse causate dal terremoto. Nell’ambito degli studi sul rischio per i progetti geotermici è importante prendere in considerazione anche le relative conoscenze.

A causa di diverse circostanze locali e di sviluppi specifici del progetto, per ciascun progetto geotermico è necessaria un’analisi probabilistica del rischio e della pericolosità indipendente.

Il funzionamento esatto del sistema semaforico deve essere impostato preventivamente e le responsabilità tra le parti coinvolte devono essere definite. Oltre a queste indagini preliminari e all’analisi costante delle nuove conoscenze del sottosuolo, viene utilizzato di norma un cosiddetto «sistema semaforico» come misura per arginare la sismicità indotta.

I sistemi semaforici hanno l’obiettivo di evitare gli effetti negativi della sismicità indotta o di arginarla il più possibile. Il sistema semaforico tradizionale si basa su un attento monitoraggio della sismicità indotta e prevede diverse misure in funzione dell’attività sismica registrata. Tale sistema tradizionale è stato applicato a Basilea nel 2006 e successivamente valutato come insufficiente. Nel progetto geotermico di San Gallo nel 2013 è stato utilizzato un sistema semaforico adattivo ampliato sulla base dell’esperienza maturata. Non solo la sismicità osservata funge da indicatore di misura, ma vengono effettuate anche previsioni sul possibile decorso. Questo sulla base degli effetti pronosticati delle operazioni di pompaggio previste, della permeabilità della roccia e di altri fattori. Tuttavia, l’esempio di San Gallo ha mostrato i limiti di questo sistema adattivo. Anche se è stato attivato un allarme di colore giallo che avrebbe richiesto un arresto immediato dei lavori di pompaggio, questi sono stati continuati causa della fuoriuscita di gas.

Nei prossimi anni sarà necessaria ancora molta ricerca e sviluppo in questo settore. I risultati che ne deriveranno potranno essere testati nei futuri impianti dimostrativi e pilota. Non è facile dire fino a che punto si sarà in grado di evitare o controllare i terremoti indotti in base allo stato attuale della scienza e della tecnologia.