28/01/2019

Terremoti del 2018 in Svizzera

Oltre 900 terremoti con magnitudo compresa tra -0.2 e 4.1 sono stati registrati dal servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo lo scorso anno in Svizzera e nei paesi limitrofi. 25 di questi erano di magnitudo 2.5 o superiore. Generalmente a partire da questo valore di magnitudo, un evento sismico può essere percepito dalla popolazione. Il 2018 verrà quindi ricordato come un anno in cui la sismicità si è mantenuta nella media ma che, comunque, ci ha insegnato molto. Anche la più piccola scossa fornisce infatti utili informazioni sul sottosuolo, rendendo più facile stimare gli effetti dell’attività sismica futura.

La densa rete di registrazione dei terremoti della Svizzera, formata da sismometri altamente sensibili, ci permette di rilevare e analizzare anche le scosse più piccole nella maggior parte del territorio nazionale. Tali scosse mostrano la presenza di faglie più o meno attive (attualmente e nel corso degli anni) e aiutano a comprendere meglio i processi fisici che governano la generazione dei terremoti, in atto sotto i nostri piedi. Le onde sismiche generate dagli eventi sismici permettono inoltre di studiare il sottosuolo che attraversano. La velocità con la quale si propagano ci permette ad esempio di ottenere informazioni sulle proprietà fisiche delle rocce da esse attraversate. Queste conoscenze contribuiscono a una valutazione più accurata della pericolosità sismica: di conseguenza, anche gli anni con meno terremoti forniscono sempre informazioni importanti e utili.

Le scosse più forti e più ampiamente percepite dalla popolazione svizzera si sono verificate il 17 gennaio e il 1° febbraio 2018 vicino alla frontiera con la valle austriaca Klostertal (Montafon). Entrambi gli episodi hanno raggiunto una magnitudo di 4.1. Con una magnitudo di 3.2, la scossa più forte all’interno del territorio svizzero è stata registrata il 23 agosto vicino al Dents de Morcles nel Vallese. In tale occasione il SED ha ricevuto circa 400 segnalazioni provenienti principalmente dalla valle del Rodano, dove il sottosuolo costituito da sedimenti più soffici ha amplificato particolarmente le scosse. Altri terremoti parzialmente percepiti dalla popolazione si sono verificati il 15 e il 16 maggio vicino a Châtel-St-Denis nel Cantone di Friburgo (magnitudo 3.1 e 2.9), il 3 novembre nel Vallese nei pressi di Martigny (magnitudo 2.9) e il 29 dicembre vicino a Friburgo (magnitudo 2.9). Solo le scosse nella valle austriaca Klostertal hanno causato danni minori come ad es. crepe nelle facciate.

Inoltre, anche lo scorso anno si sono verificati alcuni sciami sismici degni di nota. Si parla di sciami sismici quando si verificano numerose scosse in un arco di tempo piuttosto ampio, senza una chiara successione di scosse che anticipano l’evento principale e repliche che seguono. Particolarmente rilevante è stata la sequenza sismica a est di St. Léonard, vicino a Sion, nel Vallese. Questa sequenza è associata a una faglia che dal 2014 ad oggi ha prodotto una frequente e intensa attività sismica e che fa probabilmente parte del sistema di faglie Rodano-Sempione, che in questa zona sembra suddividersi in vari segmenti. Un’altra sequenza sismica degna di nota si è avuta nella zona di confine tra Italia, Francia e Svizzera nella parte orientale del massiccio del Monte Bianco. In quest’area il SED ha localizzato lo scorso anno circa 100 terremoti con magnitudo compresa tra 0 e 2.2.

Analogamente agli anni precedenti, nel 2018 i terremoti hanno in generale interessato soprattutto il Vallese, i Grigioni e le regioni lungo il fronte alpino. Nonostante questa concentrazione, sul lungo periodo è evidente che nel nostro Paese non esiste nessuna regione esente da terremoti. In Svizzera, paese sismico, si verifica un terremoto di magnitudo 6 o superiore in media ogni 50 a 150 anni.

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