La stima aggiornata della distribuzione regionale della pericolosità sismica lo conferma: i terremoti rappresentano un pericolo che va considerato seriamente in Svizzera. All’interno del modello di pericolosità sismica il Vallese rimane la regione in cui il tasso di pericolosità è maggiore, seguito da Basilea, i Grigioni, la valle del Reno nel canton San Gallo, la Svizzera centrale e il resto della Svizzera. Rispetto al 2004, i Grigioni hanno fatto registrare una stima di pericolosità leggermente più elevata. Inoltre i movimenti del terreno che ci si attendono normalmente si rivelano un po’ più forti in numerosi intervalli di frequenza in tutta la Svizzera.
Dati di misurazione
Nella nuova valutazione della pericolosità sismica sono convogliati dieci anni di dati qualitativamente preziosi provenienti dalla rete digitale nazionale a banda larga e da quella accelerometrica. La Svizzera dispone di una delle reti di rilevamento sismico più moderne e più fitte del mondo. Ogni anno registra dai 1000 agli 1500 terremoti nel nostro paese. Le nozioni relative alla distribuzione dei terremoti piccoli e medio-grandi rappresentano un aiuto fondamentale per stimare la futura attività sismica. Le accelerazioni del suolo rilevate, inoltre, hanno permesso di sviluppare migliori modelli di previsione dei movimenti del terreno.
Dati storici
Nell’ambito della rielaborazione del catalogo storico dei terremoti svizzero, numerose fonti di dati sono state analizzate in maniera nuova. Quest’ultime forniscono importanti informazioni su tutti i terremoti distruttivi e sui loro effetti fino al 1975. A partire da quell’anno la rete sismica svizzera permette di sorvegliare strumentalmente l’attività sismica su tutta la superficie del paese. La sismologia storica contribuisce in maniera critica all’analisi della pericolosità, dal momento che è in grado di valutare gli effetti dei terremoti di grande entità del passato. Tali sismi si verificano solo raramente in Svizzera e a confronto del loro periodo di ritorno, il periodo di osservazione della sismologia strumentale si rivela molto corto.
Dati macrosismici
La macrosismica è una classificazione delle scosse provocate dai terremoti che si basa sugli effetti osservati dalle persone. Questa disciplina ci permette di stimare in maniera attendibile le magnitudo e gli epicentri dei sismi storici e di metterli in relazione con dati moderni.
Roccia di riferimento omogenea
Vaste misurazioni geofisiche presso diversi luoghi in cui sono stati collocati sismometri in Svizzera permettono di determinare l’influsso della geologia locale sui sismogrammi registrati. In questo modo gli effetti dell’ipocentro, del propagarsi delle onde sismiche e delle amplificazioni locali si possono distinguere in maniera attendibile. Ciò permette di determinare il movimento del terreno per un sottosuolo di riferimento roccioso con un profilo velocità/profondità definito e una velocità media di 1100 m/s. Nel 2004 non era ancora possibile calcolare in maniera attendibile l’influsso dell’amplificazione locale. Si tratta di un passo avanti fondamentale rispetto al modello di pericolosità sismica 2004, che permette di ridurre le incertezze per quanto riguarda la stima della pericolosità.
Modelli di previsione
Negli ultimi anni sono state effettuate in tutto il mondo numerose registrazioni sismiche qualitativamente preziose nelle immediate vicinanze di terremoti di forte entità. I dati ottenuti permettono di capire meglio gli influssi del sottosuolo locale e ciò, con l’aiuto di metodi di analisi modernizzati, consente di realizzare modelli di previsione dei movimenti del terreno decisamente più attendibili. Nel frattempo i modelli di previsione coprono anche una gamma di frequenze molto più ampia e questo è rilevante per l’attuazione dell’analisi della pericolosità nel settore dell’ingegneria civile.
Zonazione alternativa
Il SED ha sviluppato approcci alternativi per analizzare e rappresentare statisticamente la distribuzione dei terremoti in base al luogo, al tempo e alla magnitudo. Questa alternativa alla classica zonazione sismotettonica è vantaggiosa soprattutto per quelle regioni in cui la sismicità è ripartita dal punto di vista spaziale, senza faglie dominanti, come ad esempio le zone che ritroviamo nell’arco alpino.
Modelli di calcolo perfezionati
«OpenQuake», la piattaforma di software open source realizzata nell’ambito del progetto «Global Earthquake Model» (GEM) in collaborazione con il SED, permette di calcolare in maniera nettamente migliore la pericolosità sismica. Modelli più complessi consentono di tener conto maggiormente delle incertezze e di effettuare delle stime più precise. Inoltre è possibile elaborare un modello dei movimenti del terreno non solo per le fonti puntuali, ma anche per le faglie estese con orientamenti differenti.