23/04/2019
Il 19 dicembre 2018 la missione InSight della NASA ha installato un sismometro su Marte con l’obiettivo di registrarne i movimenti tellurici e comprendere meglio la struttura interna del pianeta rosso. Fin dal primissimo giorno, i dati rilevati sono costantemente esaminati dal servizio sismico su Marte diretto dall'ETH di Zurigo e gestito del Servizio Sismico Svizzero e dal gruppo di Sismologia e Geodinamica. Inizialmente i dati hanno evidenziato per lo più la frequenza e l’intensità dei diavoli di sabbia, piccoli turbini molto comuni su Marte. Questa è stata già una prima dimostrazione del fatto che il sismometro stesse operando in modo efficiente. Il 6 aprile 2019 (sol 128, 15:32 ora locale di Marte) i ricercatori dell'ETH al lavoro presso il servizio sismico su Marte hanno individuato nei dati un potenziale martemoto. Si tratta del primo segnale apparentemente proveniente dall’interno del pianeta rosso, anche se le sue cause esatte sono ancora oggetto di indagine da parte degli studiosi.
Continua a leggere...Tre altri segnali di origine probabilmente sismica si sono avuti il 14 marzo, il 10 e l’11 aprile 2019. Per il team InSight tali segnali sono più ambigui rispetto a quello del 6 aprile, ma non sembrano essere chiaramente associati a perturbazioni atmosferiche o ad altre fonti di rumore note. Essendo di minore entità rispetto all’evento del 6 aprile, sono stati rilevati solo dai sensori a banda larga più sensibili. Il team continuerà a studiare questi eventi per provare a determinarne l’origine.
Sulla base dei primi rilevamenti, gli episodi sismici su Marte sembrano essere diversi da quelli sulla Terra. Considerata l’estensione e la ragguardevole durata, sono più simili alle scosse rilevate sulla Luna dal programma Apollo. Mentre sulla Terra i sismi sono prodotti dallo spostamento delle placche tettoniche, sulla Luna il fenomeno è dovuto al suo raffreddamento e contrazione. I processi corrispondenti su Marte non sono stati ancora compresi a fondo. In ogni caso si ha un accumulo di tensione nel tempo fino a quando la stessa non è sufficiente a produrre una rottura della crosta. I diversi materiali possono modificare la velocità di propagazione delle onde sismiche oppure rifletterle: ciò consente agli scienziati di sfruttare proprio tali onde per studiare l’interno del pianeta ed elaborare un modello della sua formazione. Gli eventi registrati finora sono troppo limitati per fornire dati utili sulla struttura profonda del pianeta rosso. Ciononostante, segnano una tappa fondamentale della missione InSight, confermando l’efficienza dell’elaborazione dei dati e delle capacità di analisi, frutto del lavoro di sviluppo presso l'ETH di Zurigo.