25/09/2017
Tutti conoscono il sistema GPS per la localizzazione di un determinato luogo. Pochi sanno però che con il GPS è possibile misurare anche i segnali di forti scosse di terremoto. In uno studio recentemente pubblicato sul “Bulletin of the Seismological Society of America”, al quale ha partecipato anche il Servizio Sismico Svizzero (SED) con sede all’ETH di Zurigo, i ricercatori hanno esposto la precisa procedura. In aggiunta ai rilevamenti sismici convenzionali, il monitoraggio diretto dei terremoti è supportato anche dai dati GPS. L’integrazione di questi ultimi permette di creare ShakeMaps più precise che giocano un ruolo importante nella gestione degli eventi.
Continua a leggere...Per misurare terremoti di forte intensità vengono generalmente utilizzati gli accelerometri, ovvero dei sensori che registrano l’accelerazione dei movimenti del terreno nella fascia delle alte frequenze (movimenti veloci). Per contro, gli strumenti GPS coprono invece la fascia della basse frequenze (movimenti lenti). Le stazioni GPS (GNSS) permanenti sono impiegate in tutto il mondo come punti di riferimento per i rilevamenti e la determinazione delle posizioni. Grazie alle loro caratteristiche di misura e alla loro distribuzione spaziale, queste stazioni consentono di aumentare il possibile intervallo di misura.
Per sfruttarlo completamente, lo studio citato in precedenza illustra i futuri miglioramenti nel campo dell’elaborazione dei dati. Attualmente risultati simili possono essere ottenuti solo con complessi calcoli e solo dopo il verificarsi dell’evento. Un’ulteriore ottimizzazione nella registrazione di terremoti di forte intensità sarebbe quella di aumentare di un fattore da 2 a 5 la frequenza delle misure per ciascuna stazione GPS (frequenza di campionamento). L’implementazione dei dati GPS rappresenta un prezioso completamento ai valori di misura tradizionali soprattutto quando si tratta di registrare terremoti di magnitudo 5.8 in un raggio di 10 chilometri. La loro integrazione in prodotti quali ad es. le ShakeMaps è quindi opportuna soprattutto in regioni ad alta pericolosità sismica come il Giappone.