02/04/2025
Per il terzo inverno negli ultimi cinque anni, il Servizio Sismico Svizzero (SED) e l’Istituto di geofisica con sede all’ETH di Zurigo hanno registrato i criosismi sul lago ghiacciato di St. Moritz. La campagna di quest’anno, della durata di due settimane, è finalizzata a ottenere informazioni importanti sull’uso delle tecniche sismologiche per misurare la profondità del ghiaccio, valutare l’efficacia di diversi metodi di monitoraggio e raccogliere dati che un domani potrebbero essere applicati alle missioni spaziali di esplorazione di lune ghiacciate.
All’inizio dell’anno, il lago ghiacciato di St. Moritz pullula di attività: corse di cavalli e di auto, paracadutisti, tornei di golf e concerti intrattengono turisti e pubblico. Nel fermento quotidiano, i suoni naturali prodotti dal ghiaccio non vengono percepiti. Quando cala la notte e le temperature si abbassano, tuttavia, ha inizio uno spettacolo diverso. Lo strato di ghiaccio sembra prendere vita, incrinandosi e producendo dei rumori percepibili, e non solo dall’orecchio umano: i processi dinamici all’interno dello strato ghiacciato sono stati registrati anche da 43 nodi sismici e da un cavo in fibra ottica lungo 3 chilometri.
Analogamente ai terremoti causati dalla tettonica delle placche, i criosismi si verificano quando il ghiaccio si espande, si contrae e si muove, accumulando tensione fino a fratturarsi. Tuttavia, dal momento che i criosismi si producono su un sottile strato di ghiaccio sopra l’acqua del lago, il loro segnale è molto diverso rispetto a quello dei terremoti. Il progetto sul lago di St. Moritz fornisce informazioni fondamentali su tali differenze, consentendoci di capire più a fondo i meccanismi di generazione dei criosismi, il loro comportamento sismico e la tettonica del ghiaccio.
Le onde sismiche «scansionano» la struttura al disotto della superficie come fanno i raggi X con il corpo umano. Usando una fitta rete sismica installata sul lago a metà febbraio, i ricercatori mirano a mappare il ghiaccio e a monitorarne le variazioni di spessore nel corso del tempo. Le misurazioni dirette hanno evidenziato uno spessore uniforme di circa 45-50 cm sul lago di St. Moritz, che è aumentato di circa 5 cm nel corso delle due settimane. Dal momento che l’installazione di reti così fitte è molto complessa, l’obiettivo è sviluppare metodi che consentano in futuro il monitoraggio remoto dello spessore del ghiaccio con meno stazioni.
Oltre a una migliore comprensione dei criosismi, i risultati potrebbero contribuire anche alle future missioni spaziali sulle lune ghiacciate di Saturno o Giove, in cui regnano condizioni simili a quelle dei laghi gelati. Studiando il comportamento delle onde sismiche nel ghiaccio sulla Terra si ottengono informazioni importanti sui segnali che probabilmente verranno rilevati sulle lune ghiacciate e sulle relative modalità di misurazione.
Sismogramma di un terremoto di ghiaccio.
Gli strumenti sismici riescono a rilevare vibrazioni minime, molto più piccole di quelle percepibili dagli esseri umani. Nonostante ciò, di giorno sul lago di St. Moritz c’è così tanta attività che i criosismi finiscono per perdersi nel cosiddetto «rumore sismico». Pertanto, per un’analisi accurata i ricercatori si concentrano sui dati registrati tra le 21.00 e le 6.00.
Oltre alla rete sismica del SED, il gruppo di Esplorazione e geofisica ambientale con quello di Sismologia e fisica delle onde con sede all’ETH di Zurigo ha installato tre chilometri di cavo in fibra ottica DAS (rilevamento acustico distribuito), al fine di valutare il potenziale di questa tecnologia all’avanguardia per il monitoraggio di ghiaccio e terremoti.
Il sistema DAS consente un monitoraggio continuo e a elevata risoluzione delle vibrazioni prodotte dalle sollecitazioni per tutta la lunghezza del cavo, integrando i dati forniti dai nodi sismici. Le variazioni nella configurazione di dispersione del segnale luminoso provocate dagli spostamenti del suolo consentono di misurare con grande precisione la deformazione lungo il cavo.
Analizzando i dati registrati dal cavo DAS e i nodi sismici, il team di ricerca intende compiere un ulteriore passo verso il perfezionamento dei metodi di monitoraggio e l’approfondimento della nostra comprensione dei criosismi.
Mappa della rete di nodi sismici dispiegati sul lago di St. Moritz.